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Intitolato ad Eduardo Ferri il centro salute mentale di Pomezia

Pomezia (Rm) – Il centro di salute mentale di Pomezia è stato intitolato a Eduardo Ferri, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche della Asl Roma 6, scomparso a gennaio dopo aver contratto il covid.
“Eduardo era un grande medico, un grande professionista, un grande psichiatra- ha dichiarato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che ha presenziato alla cerimonia- e questa strada in salita che stiamo percorrendo da più di un anno lui ci ha insegnato a percorrerla con testardaggine, tipica della gente dell’Irpinia che conosco bene visto che anche i miei nonni e i miei genitori sono nati in quelle zone. Eduardo ci lascia un grande insegnamento che noi dobbiamo portare avanti per superare, fra le altre cose, lo stigma che accompagna ancora i pazienti psichiatrici. Questa pandemia si lascia alle spalle molti lutti, ma anche tante difficoltà sulla salute mentale; per cui dovremmo lavorare molto per stare vicini alle famiglie, ma soprattutto agli adolescent che pagheranno un tributo enorme a questa pandemia perché questi anni persi sono difficili da recuperare”.
Un pericolo che ha voluto sottolineare anche il direttore generale dell’Asl Roma 6, Narciso Mostarda: “Tutta l’attività di contenimento e di contrasto alla circolazione del virus- ha sottolineato- sostanzialmente è stata quella di restringere, chiudere, isolare e racchiudere le persone in una sorta di bolla.
Una bolla che ci protegge dal contagio”, ma “l’effetto collaterale a questo isolamento protratto è una grandissima sofferenza degli affetti, una sofferenza che dilaga soprattutto fra gli adolescenti: dovremmo fare un grande investimento sulla dimensione di tutela della loro salute mentale”.
Il centro di salute mentale opera dal 1993, “quello diurno dal 1994- sottolinea Gianuario Buono, responsabile dell’Uso centro diurno riabilitativo- però allora era situato al centro di Pomezia, ed è grazie anche all’azione del dottor Ferri se oggi siamo qui in questa struttura moderna. Il centro serve un’utenza che è quella dei comuni di Ardea e Pomezia, quindi parliamo di un bacino di utenza che sfiora i 120mila abitanti. Noi abbiamo migliaia di accessi ogni anno per il servizio ambulatoriale. Il centro diurno riabilitativo serviva, in era pre-Covid, circa un centinaio di pazienti che ruotano intorno alle diverse attivita’ che vengono organizzate sia all’interno che all’esterno della struttura. Una delle attività a cui il dottor Ferri aveva dedicato molto del suo tempo e delle sue energie era ‘Il masso’, una fattoria gestita dall’associazione dei familiari dei pazienti, che diventera’ una fattoria didattica per i bambini, ma anche un centro di ippoterapia e onoterapia”.