Roma – Si è tenuta ieri l’inaugurazione del CONDOTTO48, un nuovo spazio artistico in piena periferia romana (zona Torre Angela).
La prima mostra collettiva (che sarà visitabile fino al 27 giugno) è stata lanciata sotto il segno del solstizio d’estate: ne Il giorno più lungo, a cura di Riccardo Paris, il rapporto col tempo, con lo spazio e con la loro significazione soggettiva hanno infatti un ruolo centrale e le opere dei giovani artisti, nonché fondatori dello spazio (Caterina Sammartino, Luca Di Terlizzi, Verdiana Bove, Emanuele Fasciani, Francesca Cicia; tutti nati tra il ’94 e il ’98), dialogano materialmente fra loro, coabitano.
Lo spettatore è così guidato all’interno di un’esperienza tridimensionale in cui si alimentano a vicenda l’attraversamento dello spazio fisico e quello dello spazio interiore, tra rimandi filosofici (come nel “rifacimento” della caverna platonica da parte di Fasciani), mnestici (Bove che scava nel ricordo attraverso la pittura) e cosmici (la connessione tra uomo e volta celeste nell’opera di Terlizzi o tra uomo e mondo vegetale in Sammartino). Luce e buio, poi, «presupposto per la separazione visiva tra bene e male», come scrive Paris, si alternano e implicano a vicenda (come è chiaro ad esempio nella stanza allestita da Cicia), con l’effetto di fondare una “vivenza” specifica della mostra e del CONDOTTO.
Una realtà, insomma, giovane e talentuosa, che dà energia all’arte in uno spazio periferico e propone l’esperienza estetica come accadimento e coinvolgimento attivo.