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Rianimazione all’Aquila, è umana sanità. Lettera della famiglia di Eligio Ferrari

Carsoli  – Pubblichiamo la lettera aperta trasmessaci della famiglia Ferrari, colpita dal lutto per la prematura scomparsa del caro Eligio, vice presidente del comitato della Croce Rossa di Carsoli.

Il lutto che ci ha colpiti ha generato tanta sofferenza, ora che non abbiamo più Eligio con noi, ma preceduta da tanta apprensione e da un percorso di malattia che è insorta repentinamente e che in poco tempo ha portato via Eligio. 

E’ stato ricoverato per diversi giorni all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, ed in particolare nel reparto di rianimazione diretto dal Dott. Antonello Ciccone, quale responsabile della UOS di Rianimazione nell’ambito della UOC Anestesia e Rianimazione.

E per questa assistenza prestata con professionalità e tanta umanità che intendiamo dire grazie, grazie di cuore per tutto quello che è stato fatto per  salvare la vita ad Eligio, e poi nella impossibilità della evoluzione della malattia, nell’assisterlo dimostrandogli lo stesso bene che egli voleva a tutti. 

Anche quella della malattia di Eligio in rianimazione, è una emozione forte, ed in tanta tristezza abbiamo trovato consolazione, conforto, emozione, e commozione nel rapporto con tutto il personale sanitario.  Ci hanno raccontato la “dignità” con cui  Eligio ha saputo vivere la sua sofferenza, la pazienza, l’accettazione consapevole che ne ha tracciato ancorpiù la sua grandezza di animo. 

Grazie  dottori, infermieri, operatori sanitari, lo vogliamo dire perchè è giusto che anche ciò che funziona bene, in un momento così difficile venga reso noto a tutti. 

Eligio è stato ripagato da quella sanità e da quella solidarietà in cui ha creduto e per cui si è speso spasmodicamente per tutta la sua vita. 

E poi un ringraziamento a tutti, tantissimi per il calore e per il tanto onore che ci è stato tributato per questo triste momento. 

Ci resta il grande ricordo di averlo avuto, apprezzato, vissuto in tutte le sue forme espressive, ed il triste destino di averlo perso troppo presto. 

Giulio, Maria e Catia Ferrari

 

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