Carsoli – Non sono stati molto graditi i nuovi orari del centro medici di base situato a Carsoli in via G. Mameli. Molte le segnalazioni pervenute in redazione e qualcuno pensava anche di organizzare una raccolta firme.
A scatenare le rimostranze di molti pazienti che hanno perso la pazienza, le nuove disposizioni per il front-office di ricevimento presso la struttura dove sono localizzati quasi tutti i medici di base del territorio.
Le nuove disposizioni, evidenziano i seguenti servizi: dalle 9 alle 13 i pazienti possono recarsi allo sportello segreteria per le “prenotazioni”, e dalle 14 alle ore 18 per ritirare le prescrizioni mediche.
Intendiamo dare voce alle rimostranze, e parimenti e nel rispetto delle professioni sanitarie, abbiamo ritenuto giusto approfondire alla fonte e capire meglio come stiano le cose.
La struttura del centro medico, ha dunque spiegato che la nuova disciplina si è resa necessaria per poter garantire una migliore accessibilità al centro medico, evitando il più possibile assembramenti.
Ma i pazienti che vanno a ritirare la ricetta nel pomeriggio lamentano di non poter fare ordini prescrittivi e di dover tornare il giorno dopo, con disagi che gravano anche su chi si trova nei borghi viciniori costretti ad un andirivieni.
“In realtà si proceduto ad una ottimizzazione – spiega la dott.ssa Fabiana Caroli – noi ci mettiamo il massimo impegno.
Poi si può anche evitare di venire a ritirare le ricette, poichè noi garantiamo anche il servizio di trasmissione diretta nella farmacia prescelta dall’assistito, che potrà recarsi direttamente poi in farmacia senza dover venire minimanente nel centro medico.
Eccezion fatta per le visite – spiega la dott.ssa Caroli – si può anche telefonare per le prescrizioni ordinarie durante la mattina evitando file ed attese anche all’esterno della struttura e concordare la trasmissione diretta in farmacia.
Inoltre siamo organizzati per trasmettere le prescrizioni anche tramite mail, interagendo direttamente con gli assistiti.
Il nostro intento – conclude – è quello di rendere un servizio come meglio sia possibile tenendo conto che la mole complessiva dei pazienti in trattazione è peraltro molto elevata. Anche in considerazione del difficile momento, l’unica cura in questi casi non è la polemica ma la auspicabile collaborazione reciproca medici-pazienti”.