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A Bussi sul Tirino il “Museo delle Radici Operaie”

A Bussi sul Tirino, nella sede di Palazzo Franceschelli, in Piazza Tirino, si è svolta la cerimonia di apertura del “Museo delle Radici Operaie”, progetto realizzato nell’ambito delle iniziative dedicate al Turismo delle Radici – Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo dell’Italia post Covid-19, finanziato da Next Generation EU.

Il museo, allestito a palazzo Franceschelli, comprende una sezione dedicata all’antica arte della ceramica degli stoviglieri della scuola del Grue, che sopravvive in reperti rinvenuti dove un tempo esistevano le antiche fornaci.

In un altro ambiente è stata ricostruita un’aula scolastica anni cinquanta dedicata alla maestra Lola di Stefano, morta a Bussi Officine per mettere in salvo i suoi alunni durante una fuga di cloro dalla vicina fabbrica chimica. C’è, inoltre, la stanza della nonna arredata con pezzi autentici. Una sezione importante è dedicata a un operaio artista del ferro battuto.

Il Maestro Mario Ragonese e le sue opere rivivono a Bussi sul Tirino

L’autore,  Mario Ragonese, aveva donato tutte le sue opere al Comune di Bussi poco prima della sua morte, avvenuta nel 2013. Uccelli, armadi, candelabri e tanti lampadari.

Il più imponente ha una storia particolare. Durante il secondo conflitto mondiale Mario Ragonese viene chiamato a combattere in Africa. Qui i prigionieri lo fanno prigioniero e lo internano nel campo di concentramento di Zonderwater, in Sudafrica.

Qui, sebbene prigioniero, ha modo di dedicarsi alla sua passione: la lavorazione del ferro battuto. Anche se in condizioni precarie realizza un grandioso lampadario con tante luci rette da altrettante cicogne. Il suo genio non sfugge agli inglesi che portano il lampadario ad una mostra a Ginevra dove vince il primo premio. A guerra finita gli inglesi spediscono la voluminosa opera a Bussi.

L’inaugurazione è stata resa speciale grazie alla presenza del fratello dell’artista e artista lui stesso, Antonio Ragonese, detto Battesino, ultra centenario di Bussi che ha seguito da vicino i lavori di allestimento dello spazio espositivo.

Il concerto del gruppo Marsica Centrale ha fatto da colonna sonora alla serata con musiche della tradizione popolare italiana.

Nel buffet, preparato dalla Pro Loco, il pubblico ha trovato piatti tipici oggi quasi scomparsi dalla cucina paesana. E le immancabili pizzelle dolci con impresso lo stemma del Comune di Bussi.