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A Carsoli è storia d’amore per la montagna, successo per la serata Cai sotto le stelle

CARSOLI – Nella zona pedecastellana di Carsoli, in piazza delle Erbe e proprio in prossimità della sede ufficiale del Cai si è svolta sotto le stelle una vera e propria celebrazione della montagna. Alla serata ha assistito un pubblico numeroso ed attento. L’incontro sotto le stelle è stato presentato dal presidente del Cai Giampiero Giuliani, il quale con emozione ha presentato Davide Chiesa alpinista originario di Piacenza, intervenuto a Carsoli proprio per raccontare la sua affascinante esperienza di scalata della vetta più alta del mondo. Il sindaco Velia Nazzarro ha rivolto il suo saluto ed un ringraziamento alla intensa attività che il Cai svolge nel territorio. Affascinante la proiezione del film “Fino alla fine dell’Everest”, un documentario di grande interesse culturale e sociale che l’autore ha definito come una storia d’amore in versione cinematografica rivolta alla montagna. Presente anche il vice sindaco Gianpaolo Lugini.

Il regista – autore nel film ripercorre dall’inizio tutte le fasi che precedono una scalata di tale livello per il quale occorre attuare una sorta di “acclimatamento” nelle zone pedemontane dell’Everest e di ambientamento generale che dura dieci giorni. Poi spazio alle camminate, ai pensieri, alla determinazione di salire in cima alla vetta del mondo, ed una volta raggiunto l’obiettivo l’emozione è mozzafiato.

Davide Chiesa si è mostrato con tutta la sua personalità estroversa e comunicativa. Cinquantenne uomo di pianura (vive in provincia di Piacenza, vicino ai monti dell’Oltrepò), è stato articolista, documentarista e veterano conferenziere, collaboratore della Rivista del Club Alpino Italiano, ed anche di Alp, Pareti e Meridiani Montagne.

Dal 2009 ha pubblicato tre libri.

Un alpinista capace di raccontare di cose “normali” rivolgendosi a tutti: ai giovani, a chi non conosce la montagna ma anche all’alpinista più esperto. Ha tenuto oltre 200 conferenze sull’alpinismo, con audiovisivi, in varie città italiane.

Ha sempre caratterizzato il suo alpinismo dalla voglia di trasmettere le emozioni che dà l’alta montagna. Un alpinismo classico su neve e ghiaccio, a volte particolare, caratterizzato da una “ricerca” non solo tecnica, storica e geografica ma anche introspettiva ed artistico-culturale. Con questa sua spontaneità e semplicità è riuscito ad entrare nel cuore dei lettori nel 2009 con il suo primo libro “Montagne da Raccontare – Storie di Ghiaccio, di Avventure, di Uomini” (prefazione dell’illustre Kurt Diemberger), delle Edizioni Idea Montagna, che ha avuto la segnalazione “Libro del Cuore” nel febbraio 2010 da Alpinia.net, una specie di summa del suo alpinismo: libro amatissimo dai numerosi lettori (2 edizioni).

Sempre nel 2010 il GISM, Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, ha assegnato a Chiesa il Premio d’Alpinismo “Giovanni De Simoni 2010”.

Nel 2014 ha pubblicato il suo secondo libro: L’Anima del Gran Zebrù, tra Misteri ed Alpinisti – 150 anni di storia, racconti, itinerari della più bella montagna delle Alpi Orientali”, delle Edizioni Idea Montagna (prefazioni di Umberto Martini, Don Josef Hurton e Florian Riegler). Un capolavoro, un’opera veramente impegnativa per la ricerca storica, tecnica e monografica che ha comportato, celebrando la più bella montagna delle Alpi centro orientali la quale non aveva ancora avuto la sua monografia esclusiva.

 

Pubblica il suo terzo libro nel 2018, un volume di tipo fotografico con didascalie di taglio artistico-poetico e introspettivo, innovativo,  sulla salita di alcune montagne più alte della Terra, dal titolo “I Portali del cielo”, anch’esso molto apprezzato dai lettori.

E’ anche autore di un interessante film sulle cascate di ghiaccio dell’Appennino Piacentino: “La Magia della Rocca dei Borri, scalando la grande cascata ghiacciata” prodotto nel 2005 dalle Edizioni Pontegobbo.

Alpinista dal 1991, ha all’attivo centinaia di  salite in quota e su ghiaccio. Dalle nuove aperture invernali in quota, sino al moderno delle vie estreme, senza tralasciare l’escursionismo, l’alpinismo invernale e lo sci alpinismo, e la didattica. Vie normali, pareti Nord, cascate ed alcune tra solitarie e vie nuove.

Vie significative negli anni 90′: parete nord del Gran Zebrù via Minnigerode e via Ertl entrambe in inverno, parete nord dell’Ortles in solitaria in ore 2,50, parete nord Adamello in inverno, via nuova parete nord di Cima Brenta in inverno, vie nuove parete sud e parete ovest del Gran Zebrù in inverno.
Sette sono le spedizioni extraeuropee negli ultimi anni. Ha salito un 6000, l’Huayna Potosi, nelle Ande Boliviane nel 1996, fallendo un bellissimo 5000 -il Condoriri- sempre in Bolivia. In Himalaya è stato in vetta al Mera Peak alto 6450 metri e ha fallito sul Baruntse alto 7220 metri, nel 2010. Nel 2011, dopo vent’anni dall’inizio attività, ha coronato uno dei sogni di tanti alpinisti: la cima di un 8000, il Manaslu, con una spedizione capitanata da Silvio Gnaro Mondinelli. Nel 2014 è all’Aconcagua rinunciando, per soli 300 metri, alla vetta a causa dell’elevato rischio di congelamenti. Ritornato all’Aconcagua, nel gennaio del 2015, ne raggiunge finalmente la vetta. Il 20 maggio 2017 è salito in vetta all’Everest. Il 01 novembre del 2018 sale una delle montagne più belle del mondo, l’Ama Dablam di 6852 m.
 
Recente quindi la sua prova all’Everest con la vetta raggiunta il 20 maggio 2017, dal Nepal per la storica cresta sud, via dei primi salitori, riuscendo a realizzare un film-documentario nonostante le rigidissime temperature, sopratutto il giorno di vetta , dimostrando una passione “estrema” per questo tipo di creatività documentativa. Il titolo del film-documentario è “Fino alla fine dell’Everest” e racconta la lunga ascensione al Tetto del mondo da parte di un alpinista di pianura e “non professionista”; il film ha avuto un grande successo di pubblico, posizionandosi in finale ad alcuni film festival di montagna.
 
Negli anni dal 2018 al 2022 il suo film sull’Everest ha un successo diffuso con numerose conferenze in tutto il nord Italia presso Club e località turistiche; effettua incontri con Istituti scolastici; collabora alla realizzazione di un docu-film sul Gran Zebrù con Rai Tre Alto Adige.
 
Le ragioni del successo dell’attività di Davide consistono nel fatto che la sua comunicazione alpinistica incrocia quasi sempre la sensibilità dell’uditorio. La maggior parte degli appassionati di montagna rimane sbigottita e disorientata di fronte alle incredibili imprese dei grandi campioni, mentre l’esposizione alpinistica dell’autore Davide Chiesa è quella più vicina agli interessi ed alla maggior parte delle esperienze dell’uditorio, riuscendo a raccontare con il cuore, con la tecnica e con la passione, con immagini spettacolari e film, il fascino dell’alpinismo.