CHIETI – Mogol si racconta a Piazza san Giustino tra ovazioni, incanto e musica. Sold out di presenze per una serata a dir poco sorprendente.
Giulio Rapetti Mogol, noto semplicemente come Mogol, è uno dei più grandi parolieri della musica italiana. Nato a Milano il 17 agosto 1936, Mogol ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura musicale del paese, contribuendo alla creazione di alcuni dei brani più amati di sempre.
Gli Inizi
Figlio di Mariano Rapetti, un dirigente della casa discografica Ricordi, Giulio cresce in un ambiente intriso di musica. Tuttavia, il suo percorso verso il successo non è stato immediato. Inizia la sua carriera come impiegato alla Ricordi, ma ben presto la sua passione per la scrittura di testi lo porta a cercare la propria strada. Il primo grande successo arriva nel 1961, quando Mogol scrive “Al di là” per Luciano Tajoli e Betty Curtis, una canzone che vince il Festival di Sanremo e diventa famosa a livello internazionale.
L’Incontro con Lucio Battisti
Il vero punto di svolta nella carriera di Mogol avviene nel 1965, quando incontra Lucio Battisti. Questo incontro dà vita a una delle collaborazioni più fruttuose nella storia della musica italiana. Insieme, Battisti e Mogol hanno creato un numero impressionante di successi, come “Acqua azzurra, acqua chiara”, “Mi ritorni in mente”, “Emozioni”, “Pensieri e parole”, e molti altri.
Mogol era un maestro nell’esprimere emozioni profonde e universali attraverso testi semplici ma potenti. La sua abilità di catturare la complessità delle relazioni umane, dell’amore e delle emozioni quotidiane ha reso le sue canzoni intramontabili. Con Battisti, ha rivoluzionato il panorama musicale italiano, introducendo sonorità nuove e temi innovativi per l’epoca.
Dopo Battisti: Il Continuo Successo
Dopo la fine della collaborazione con Battisti nel 1980, Mogol ha continuato a lavorare con altri grandi artisti della musica italiana, come Riccardo Cocciante, Mina, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Ha scritto testi per canzoni che sono diventate altrettanto iconiche, come “Io vagabondo” dei Nomadi e “Il mio canto libero”, sempre con Battisti, considerato uno dei brani più rappresentativi della coppia.
Negli anni ’90, Mogol ha fondato il CET (Centro Europeo di Toscolano), una scuola dedicata alla formazione di giovani talenti musicali. Attraverso il CET, Mogol ha trasmesso la sua esperienza e la sua passione a nuove generazioni di musicisti e cantanti, contribuendo a plasmare il futuro della musica italiana.
L’Eredità di Mogol
Con una carriera che si estende per oltre sei decenni e più di 1.500 canzoni all’attivo, Mogol è senza dubbio uno dei personaggi più influenti della musica italiana. I suoi testi hanno accompagnato diverse generazioni, diventando parte integrante della cultura popolare del paese.
Mogol ha saputo trasformare le emozioni in parole, e le parole in musica, creando un patrimonio artistico che continuerà a vivere nelle menti e nei cuori degli italiani per molti anni a venire. La sua capacità di raccontare storie semplici, ma profondamente umane, attraverso la musica, lo ha reso un vero e proprio poeta della canzone italiana. Oggi, il suo nome è sinonimo di qualità e ispirazione, e la sua eredità è destinata a perdurare nel tempo.