Ieri, presso il Centro Pastorale di Contigliano, il vescovo di Rieti, Vito Piccinonna, ha presentato la traccia pastorale per l’anno 2024-2025 davanti a una sala gremita di fedeli. L’incontro, introdotto dalla preghiera del vespro, ha visto il vescovo approfondire i temi del documento, con il supporto di una serie di slide proiettate alle sue spalle. Al cuore del discorso, il tema centrale di quest’anno: la speranza.
“In piedi, costruttori di speranza”, è il titolo della traccia pastorale, un appello a una Chiesa che non si lascia abbattere, ma che si rialza e cammina. Sin dalle prime battute, monsignor Piccinonna ha voluto chiarire che si tratta di una traccia aperta: «Non è un pacchetto confezionato, né una ricetta pronta. È una traccia che ha bisogno di cuori e menti disponibili per diventare una possibilità di crescita per il nostro cammino diocesano».
Ritorno alla Parola
Uno dei temi centrali della traccia pastorale è l’importanza di «ripartire dalla Parola», non solo come lettura, ma come stile di vita. «Non dalle nostre parole, ma dalla Parola con la ‘P’ maiuscola, che è un volto, un nome: Gesù», ha sottolineato il vescovo. Il Vangelo di Luca guiderà questo nuovo anno liturgico, in cui i fedeli saranno chiamati a riscoprire la missione della Chiesa, una comunità che «esce nella storia per toccare chi è ai margini e annunciare l’essenziale»: la morte e resurrezione di Cristo.
Un’immagine potente, scelta come simbolo di questo cammino, è quella dello storpio alla Porta Bella del Tempio. «Pietro e Giovanni potevano passare oltre, ma non lo hanno fatto. Si sono fermati, lo hanno guardato negli occhi e lo hanno rialzatoÏ, ha detto monsignor Piccinonna, citando il passo degli Atti degli Apostoli (At 3,1-10). Questo episodio diventa una metafora della missione pastorale: «Non possiamo limitare il nostro impegno a qualche monetina, ma dobbiamo offrire quello che abbiamo di più prezioso: il Nome di Gesù, che rialza e dà nuova vita».
Evangelizzare gli adulti
Una delle priorità emerse nella traccia è la necessità di concentrarsi sull’evangelizzazione degli adulti, senza trascurare i più giovani. «È fallimentare una pastorale centrata solo sui bambini. Se non ci sono adulti e famiglie che vivono il Vangelo, che ne sarà di questi ragazzi?», ha esortato il vescovo. Ha quindi invitato le parrocchie a essere creative, a collaborare tra vicariati e comunità parrocchiali per condividere esperienze e costruire insieme nuovi percorsi di fede.
Monsignor Piccinonna ha anche evidenziato l’importanza di non arrendersi di fronte al secolarismo. «Non possiamo chiuderci, né difenderci. Il Signore ci chiede di metterci in gioco, qui e ora», ha detto, sottolineando come la Chiesa debba rispondere alle sfide del mondo contemporaneo con coraggio e fiducia.
Comunione e sinodalità
Altro tema forte del discorso è stato quello della comunione, descritta dal vescovo come *”la prima scelta profetica”*. La Chiesa, ha spiegato, deve essere una comunità dove tutti collaborano, evitando di concentrare le responsabilità in una sola persona. «Condividere anche la responsabilità è più faticoso, ma è la via da preferire», ha affermato, invitando le parrocchie a rafforzare il legame con la diocesi e a lavorare insieme per il bene comune.
Verso il Giubileo
In preparazione al Giubileo, il vescovo ha lanciato un invito a tutta la diocesi: «Vorrei che maturasse un segno, un gesto concreto di generosità che nasca dalla condivisione di tutte le comunità». Ha concluso con un appello alla speranza: «Non possiamo rimanere in panchina, afoni, mentre il mondo ha così tanto bisogno di speranza. Rialziamoci e camminiamo insieme». Lo rende noto_ la chiesa di Rieti.