Tagliacozzo – “La civiltà di un paese si misura anche da come sono trattate le persone private della libertà personale, per essere state condannate definitivamente a scontare una pena comminata dalla giustizia.
Torna quanto mai di attualità, in questi giorni, il dibattito sulle gravissime problematiche del sovraffollamento dei nostri istituti penitenziari, della carenza di personale, della deficienza di assistenza sanitaria e della vetustà e inadeguatezza delle strutture.
La fuga dei tre ragazzi dal carcere minorile di Casal di Marmo a Roma, i tanti e quasi quotidiani suicidi che ormai, drammaticamente, non fanno neanche piu notizia, il dover vivere in pochi metri quadrati, a 40º, con altre sei o sette persone. Le difficoltà della disparità di età, della eterogeneità di provenienza e delle etnie, dei disagi psicologici e sociali, fanno sì che il sistema carcerario italiano si qualifichi tra i meno adatti al ruolo che dovrebbero realmente svolgere: cioè una funzione rieducativa della pena, così come sancito e garantito dalla nostra Costituzione.
È l’articolo 27 della nostra Carta fondamentale infatti che stabilisce:
«La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte».
Come si conciliano questi rispettabilissimi principi con quanto accade da decenni nelle case circondariali del nostro Territorio nazionale? Quale è l’attenzione e l’impegno dello Stato nel migliorare, rinnovare e rendere più adeguato alla reale funzione rieducativa, il sistema carcerario italiano?
Ne parleremo nel dibattito, di cui allego invito, mercoledì 31 luglio, alle ore 16.30, nelle Scuderie del Palazzo ducale Orsini – Colonna. ” Lo ha reso noto il sindaco Vincenzo Giovagnorio.