ROMA – Si è tenuto a Palazzo Valentini il convegno “Cosa nostra: evoluzione e analisi dopo Matteo Messina Denaro”, un momento di riflessione e approfondimento sull’attuale fase che sta attraversando l’organizzazione criminale, tuttora esistente e radicata, sulla storia e sul futuro, ripercorrendone le tappe, i colpi inferti, le vicende del maxiprocesso, il ruolo dei pentiti, fino all’arresto del boss protagonista, assieme a Riina, del biennio stragista.
A moderare i lavori, Maurizio Block, Procuratore generale militare presso la Corte Suprema di Cassazione, con gli interventi di Antonio Balsamo, sostituto Procuratore Generale Corte di Cassazione, padre Stefano Cecchin, Presidente Pontificia Accademia Mariana internazionale, Salvatore Faraci, Avvocato dello Stato, Giovanni Tartaglia Polcini, Consigliere del Ministero degli Esteri, Fabio Iadeluca, attualmente docente della Pontificia Accademia Mariana internazionale.
Il Consigliere di Città metropolitana di Roma Capitale Mariano Angelucci ha introdotto il convegno, durante il quale è stato presentato l’ultimo libro di Iadeluca, “La Storia di Cosa Nostra”.
“La storia del nostro paese è segnata dalla ramificazione criminale delle organizzazioni mafiose, a partire dai traffici illeciti di stupefacenti, usura, rifiuti e prostituzione fino alle infiltrazioni nei corpi dello Stato. L’attuale momento storico, dopo l’arresto del boss latitante Messina Denaro, ci pone di fronte alla necessità di comprendere come siano cambiati equilibri e alleanze all’interno della struttura di Cosa Nostra, colpita duramente, ma non ancora sconfitta. La sua presenza silenziosa all’interno della società, e non solo nel territorio di origine ma ovunque ha tessuto i propri interessi, è ancora pericolosa e condiziona la vita delle persone, a ogni livello. Mentre le più autorevoli realtà istituzionali e le forze dell’ordine e della magistratura, che oggi sono con noi ad approfondire la storia e l’evoluzione di Cosa Nostra, continuano incessantemente a indagare e combattere le infiltrazioni anche al di fuori del territorio nazionale, è necessario coltivare, specialmente nelle nuove generazioni, lo studio delle più recenti vicende del nostro paese, così come radicare in loro l’intima adesione ai valori fondanti della nostra Costituzione, a partire dalla giustizia, dalla legalità e dal contrasto a ogni forma di prevaricazione e controllo”.
“Fino ad oggi la mafia si è retta soprattutto grazie a un sistema gerarchico e di protezione sociale parallelo e alternativo allo Stato: compito di tutte le istituzioni è far vivere e difendere la legalità, il senso civile e l’impegno sociale, facendo sentire vicino lo Stato, ad amministratori locali e cittadini, per sentirsi liberi di scegliere e di stare dalla parte della giustizia, esercitando in ogni modo l’impegno comune contro ogni forma di vessazione”.
Mariano Angelucci, Consigliere Città metropolitana di Roma Capitale.