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A Roma riprendono le visite a Santa Croce in Gerusalemme

Sarà obbligatorio indossare la mascherina e mantenere il distanziamento interpersonale

Roma – Da oggi e fino al 31 luglio riprenderanno le visite guidate serali nell’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme, a ingresso gratuito, organizzate dalla Soprintendenza Speciale di Roma in concomitanza con l’avvio della nuova edizione della manifestazione cinematografica e musicale Effetto Notte.

Santa Croce in Gerusalemme è un sito archeologico unico nella sua varietà, un complesso di grande suggestione, oggetto di recenti interventi di scavo e di restauro che hanno permesso una rilettura di molte delle strutture presenti e una nuova interpretazione delle varie fasi costruttive. Ogni sera i visitatori avranno l’opportunità di scoprire gli edifici e gli impianti ancora visibili nell’area: l’acquedotto Claudio, che costituisce la più antica testimonianza monumentale del comprensorio (52 d.C.), inglobato poi nelle mura aureliane, il Circo Variano, con una lunghezza originaria di circa 640 metri, quindi superiore a quella del Circo Massimo, utilizzato per giochi e corse di carri, le domus decorate con affreschi e mosaici, destinate ai membri della corte, e alcune parti del palazzo Sessoriano, come la basilica civile, cosiddetto tempio di Venere e Cupido.

“La Soprintendenza, dopo le Terme di Caracalla, riparte con le visite serali anche nell’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme. Un appuntamento tradizionale dell’estate romana, che ritorna in sicurezza e che permette di svelare la bellezza di un luogo poco conosciuto, ma ancora ricco di sorprese”, secondo il Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro. L’area, fin dall’epoca augustea, si caratterizzava come un quartiere di grandi dimore private. Nel corso del III sec. dopo Cristo fu scelta dagli imperatori Severi per edificarvi una lussuosa residenza privata, distinta dalla sede ufficiale sul Palatino. Il complesso era articolato in vari nuclei monumentali (villa, anfiteatro, circo, ninfei ecc.) all’interno di un vasto parco. La costruzione delle Mura Aureliane (271-275 d.C.) ne spezzò l’unità, inglobandone alcune strutture. Con Costantino il complesso, notevolmente modificato, continuò a funzionare come residenza imperiale con il nome di Palazzo Sessoriano, poi lasciato alla madre Elena, che adattò l’antico atrio della villa severiana a cappella Palatina dedicata al culto della croce di Cristo, ancora oggi praticato nella Basilica.

Le visite si svolgeranno tutte le sere, dal 23 al 31 luglio, dalle ore 19.00 saranno a ingresso gratuito, con la guida a cura dell’archeologa Anna De Santis, direttore dell’area archeologica. All’interno del sito sarà obbligatorio indossare la mascherina e mantenere il distanziamento interpersonale. (www.dire.it)

LA STORIA

La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme si trova a Roma, nel Rione Esquilino, a ridosso delle Mura Aureliane e dell’Anfiteatro Castrense, tra la Basilica di San Giovanni in Laterano e Porta Maggiore.

Santa Croce fa parte del percorso di visita delle Sette Chiese che i pellegrini anticamente visitavano a piedi.

All’epoca dell’imperatore Augusto la zona dell’Esquilino era periferica e a carattere residenziale; fu scelta dagli imperatori Severi, nel III sec. d.C. per costruire la residenza imperiale che comprendeva un palazzo, il Circo Variano e l’Anfiteatro Castrense, poi incluso nelle Mura Aureliane costruite tra il 271 e il 275 d.C.

Per volontà dell’imperatore Costantino il palazzo venne ristrutturato e gli fu attribuito il nome di “Sessorium”; nel 324, quando Costantino trasferì la capitale dell’impero a Costantinopoli, la residenza restò proprietà di sua madre Elena e subì molte modifiche fra cui la più importante fu la trasformazione di una parte del complesso residenziale in una cappella atta a contenere le reliquie della Croce, rinvenute dalla sovrana sul Monte Calvario. Tale cappella divenne poi il nucleo dell’attuale basilica di S. Croce, per questo chiamata in origine “Basilica Eleniana” o “Sessoriana”.

Nell’VIII secolo la basilica venne restaurata sotto i papi Gregorio II e Adriano I. Nel XII secolo, con Lucio II, la chiesa subisce il primo radicale intervento di adattamento secondo lo stile romanico, e viene creata una struttura a tre navate con l’aggiunta di un campanile a torre e di un portico.

Numerosi sono stati i lavori di restauro e le modifiche nel corso dei secoli: fra di essi si devono ricordare quelli effettuati dal Cardinal Mendoza ( 1478-1495) a cui è legato anche il ritrovamento, in una cassetta murata nell’arco absidale della chiesa, del Titulus Crucis. La tavoletta lignea inscritta ( un tempo posta sulla Croce di Gesù Cristo) è ancora visibile all’interno della Basilica.

L’aspetto attuale risale al Settecento. Gli architetti Pietro Passalacqua e Domenico Gregorini, su commissione di papa Benedetto XIV, cardinale titolare di Santa Croce, modificarono l’interno e l’esterno della Basilica, costruendo un atrio ellittico e sostituendo la facciata medievale con una moderna in travertino. Nella nuova facciata si alternano, con un sapiente effetto scenografico, volumi concavi e convessi secondo lo stile barocco.

Nelle vicinanze della Basilica, adiacente alle mura dell’anfiteatro Castrense, sorge anche la cosiddetta “ Cappella della Madonna del Buon Aiuto”. Si tramanda infatti che in questo luogo, a ridosso delle Mura Aureliane, papa Sisto IV trovò rifugio durante un violentissimo temporale. Il nome conferito alla cappella commemora dunque il soccorso che la Madonna avrebbe offerto al pontefice in tale circostanza.