Subiaco – E’ Al monastero benedettino più antico del mondo, Santa Scolastica, che Subiaco deve il titolo di culla della stampa a caratteri mobili in Italia.
Protagonisti di questo prestigioso primato furono due chierici: Arnold Pannartz, della diocesi di Colonia, (ma, con qualche probabilità, di origine boema) e Conrad Sweynheym, della diocesi di Magonza.
Fuggiti da Magonza, i due chierici trovarono ospitalità nella comunità monastica di Subiaco e convinsero i monaci ad investire nella fabbricazione di tutto il necessario per la stampa a caratteri mobili.
I monaci del monastero, eredi della secolare tradizione scrittoria, si lasciarono coinvolgere da questa novità epocale trasformandosi così nei primi artigiani tipografici italiani.
Tra le prime opere stampate a Subiaco ricordiamo l’incunabolo che riunisce tre opere di Lattanzio: le Divinae institutiones, il De ira Dei e il De opificio Dei. Proprio questo incunabolo indica il luogo e la data della sua produzione: Subiaco, 29 ottobre 1465, esattamente 558 anni fa.
Si tratta del primo libro stampato in Italia di cui si conosca la data precisa. Ne vengono realizzati altri tre durante la permanenza di Pannartz e Sweynheym a Santa Scolastica: il Donatus pro puerulis, (la grammatica latina di Elio Donato, di cui non sopravvivono esemplari), il De oratore di Cicerone, (privo della data di realizzazione) e il De civitate Dei di Sant’Agostino (ultimato il 12 giugno del 1467). Lo ha reso noto il comune.