TIVOLI – Tivoli “ritrova” un luogo centrale nella città e nel cuore dei cittadini. Grazie ad un contributo dell’8×1000 della CEI e a un lascito testamentario di Don Mario Renna, torna fruibile la chiesa di San Vincenzo Martire, situata sulla piazzetta omonima vicino a via Colsereno. Nota come “Teatro Città di Tivoli”, a seguito di un restyling architettonico e artistico, sarà riaperta al culto venerdì 20 maggio, alle ore 17,30. S. E. Mons. Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli e di Palestrina, presiederà la S. Messa nel giorno della memoria liturgica di San Bernardino da Siena.
Sabato 21 maggio, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00 l’edificio resterà aperto per consentire la visita e la visione di una piccola mostra documentaria sulla sua storia.
La fondazione è molto antica, sicuramente anteriore al XIII sec. Fu costruita dalla famiglia Sebastiani nel 1268, ma ciò che rimane oggi è frutto di una ricostruzione operata nel 1860, quando fu realizzato sulla navata destra l’affresco di S. Sinforosa che rifiuta di fare un sacrificio agli idoli, forse Ercole, di fronte all’imperatore Adriano.
La chiesa, gravemente compromessa dal crollo del tetto che lesionò anche la facciata principale negli anni ’80, è particolarmente legata alla storia cristiana della comunità tiburtina e al culto di San Vincenzo e di Santa Sinforosa. Al primo, martire tiburtino, la popolazione è particolarmente legata: la fede si rafforzò nel 1831 quando, proprio nel giorno della sua festività, il 22 gennaio, i tiburtini riportarono una schiacciante vittoria contro Corrado, conte di Anticoli. Si narra, invece, che Santa Sinforosa, per sfuggire alle persecuzioni dell’imperatore Adriano, si sarebbe rifugiata in una cisterna romana sotto l’odierna chiesa, secondo il Martirologio del Cardinale Baronio. Nell’antro, malgrado la forte umidità, scendevano i fedeli per pregare: risalendo di lì, strizzavano i propri vestiti per raccogliere qualche goccia di acqua “benedetta” destinandola agli infermi.
Con i lavori, iniziati nel 2019, si è proceduto al completo rifacimento del tetto, al rinforzo delle pareti esterne, alla ricostruzione di una volta a crociera crollata all’interno, al ripristino dell’impianto elettrico e al restauro di un affresco raffigurante Santa Sinforosa, risalente al XIX secolo, e della pala d’altare in parte riscoperta dietro un muro in mattoncini.
È previsto l’utilizzo dell’edificio anche per incontri culturali, di dialogo sul rapporto fede-cultura, fede e mondo, nonché per incontri di formazione cristiana.