A24 blocco Lazio Abruzzo, l’imprenditore Giancarlo Serafini: “perdite incalcolabili per garantire servizi ai cittadini”
Piana del Cavaliere – Il perdurare del blocco nei confini tra Lazio Abruzzo causato dall’emergenza covid ed ora dalla differenza di colore tra le regioni contigue sta generando un vero e proprio disastro economico. E la permanenza a rosso dell’Abruzzo, unica regione d’Italia che a breve resterà a vantare questo primato, non lascia sperare bene nemmeno per i prossimi giorni.
L’Abruzzo è come un tappo dunque e la paura delle persone di essere sanzionate per farvi ingresso pur se per “comprovati motivi” sta ovviamente creando una psicosi per evitare problemi e/o storie nei posti di blocco.
Sta di fatto che chi deve raggiungere le località del Lazio in provincia di Rieti, ad esempio evita di uscire a Carsoli Oricola proprio per evitare “problemi di territorialità”. Si esce a Vicovaro Mandela, poi la Tiburtina direzione Riofreddo, quindi strada interna fino a Vivaro e poi direzione Lago Turano-Reatino. Un giro di Peppe infinito e che però continua a togliere ossigeno alla Piana del Cavaliere.
Il grido di dolore dell’imprenditore Giancarlo Serafini, patron dell’Area di Servizio A24 Civita Sud sulla A24 è peraltro chiaro: le perdite per garantire i servizi essenziali nel rifornimento carburanti sono ingenti, ogni giorno c’è una remissione di mila euro. Così ha scritto una articolata lettera al Ministro per le infrastrutture, a Strada dei Parchi, alla società di distribuzione carburanti e all Fegica Cisl.
Conti alla mano, infatti il caso in esame evidenzia criticità immense: si deve garantire il servizio in una arteria autostradale che ha visto ridurre il potenziale dell’80%, e questo già da Marzo.
Il costo del personale a turnazione anche notturna, per garantire i rifornimenti – spiega Giancarlo Serafini – non riesce a coprire minimanente l’incasso base: risultato che durante questa situazione ogni giorno per mantenere aperto il servizio in efficienza si va in perdita di mila euro, con danni incalcolabili per una azienda.
E nella lettera l’imprenditore che da cinquant’anni gestisce la medesima area con efficienza e professionalità, conti alla mano evidenzia alle autorità in epigrafe la realtà quotidiana.
Orbene, è giusto raccogliere questo grido che non ha solo valenza individuale ma ricalca una situazione grave che rischia di compromettere l’intero comprensorio zonale della Piana del Cavaliere, situato in terra d’Abruzzo (oggi diremmo nostro malgrado) ma collegati per interessi economici, geografici, e produttivi esclusivamente con il Lazio.
Questo blocco che è destinato a permanere ancora a lungo potrebbe uccidere l’economia della Piana in maniera irreversibile. Prima che sia troppo tardi, dunque, si intervenga. Non culliamoci sugli allori “tanto a breve si riapre”, perchè non si risolve nulla. Serve una deroga e per poterla ottenere si deve fare la voce grossa, e non solo per le festività.
Per salvare taluni distruggeremo talaltri a causa dell’inefficienza della sanità e non per contagi rilevanti.
Ai posteri le ardue sentenze.