Nel XII secolo il muro di fondo fu parzialmente abbattuto per creare l’abside e la sottostante cripta, lo spazio interno fu suddiviso in tre navate e le murature dei lati lunghi furono prolungate oltre il colonnato del tempio romano, inglobando le colonne laterali dell’antico portico. Al centro della nuova facciata fu eretto un campanile, che tuttora funge da insolito accesso alla chiesa. Tra il XIII e il XVIII secolo la chiesa fu oggetto di continui restauri e rimaneggiamenti. Nel 1915 un violento terremoto provocò ingenti danni a tutto l’edificio, i cui restauri furono eseguiti nel periodo 1955-1957 e comportarono il consolidamento delle strutture portanti tramite l’inserimento di un’intelaiatura in cemento armato. Dal 2014 la chiesa è stata affidata al Polo Museale dell’Abruzzo.
MASSA D’ALBE – La chiesa di San Pietro in Albe si erge sul colle di San Pietro, una delle tre colline che circondano Alba Fucens, la città romana fondata nel 304 a.C. ai piedi del monte Velino, presso l’antico lago del Fucino.
Le prime testimonianze relative alla presenza di questo luogo di culto cristiano risalgono alla metà del VI secolo d.C., quando il tempio romano di Apollo, del III secolo a.C., fu convertito in chiesa. Il tempio, di cui si conservano tre lati, aveva in origine un portico con quattro colonne. Della fase paleocristiana rimangono labili tracce, tra cui i frammenti di rilievi esposti nel Museo d’Arte Sacra della Marsica, a Celano (AQ).
All’esterno il visitatore può subito notare la diversa tipologia e qualità dei materiali che costituiscono le murature dei lati lunghi della chiesa, ossia grossi blocchi squadrati in pietra calcarea – facenti parte dell’originario tempio romano – e pietre di piccole dimensioni, appena sbozzate, utilizzate per il prolungamento dei muri antichi durante il XII secolo.
Superato il portale d’accesso alla chiesa – che era chiuso da ante in legno magnificamente intagliate, ora esposte nel citato museo di Celano – la vista del suggestivo interno è subito attratta dall’ambone e dall’iconostasi duecenteschi, con i loro notevoli mosaici colorati e intarsi in porfido rosso e verde, tipici dell’arte cosmatesca. Sui muri laterali della chiesa il visitatore potrà andare alla ricerca di numerosi graffiti di epoche diverse e con contenuti di vario genere, tra cui brevi componimenti poetici ed annotazioni su avvenimenti quali la riparazione del tetto del tempio di Apollo o l’avvenuta sepoltura di sacerdoti. Non mancano graffiti figurati con rappresentazioni di animali, navi, etc.
Prima di uscire dalla chiesa, ci si può soffermare a guardare il gran numero di piccoli fori praticati nei blocchi calcarei dell’antico tempio, probabilmente utilizzati per sostenere la decorazione delle pareti, forse abbellite da lastre in marmo.