L’Abruzzo forte e gentile sembra dover andare in pensione, cosicchè le candidature sono un pò stile retrò se non altro nel merito del metodo. E duqnue i posti che a Montecitorio o a Palazzo Madama dovrebbero essere occupati da esponenti politici che rivendicano i diritti degli abruzzesi saranno presi in prestito da rappresentanti di partito. Come già avvenuto in passato, infatti, anche per le elezioni del 4 marzo i partiti nazionali hanno imposto dei nomi. Il primo è quello di Gaetano Quagliariello, già eletto 5 anni fa in Abruzzo, che torna con il suo movimento Idea per spuntarla sui locali e conquistarsi di nuovo una poltrona capitolina. Sarà candidato alla Camera nel proporzionale. Altro nome illustre che troveremo nelle schede elettorali sarà quello di Debora Serracchiani, presidente del Friuli-Venezia Giulia, ha scelto di non scendere di nuovo in campo per la sua Regione ma di tentare la scalata verso Roma. Per farlo, però, invece della sua terra ha scelto l’Abruzzo dove c’è anche l’altro unico candidato presidente di Regione d’Italia, Luciano D’Alfonso. Che se verrà eletto l’Abruzzo tornerà al voto per eleggere un nuovo presidente. Qualora la sventura dovesse far capolino sul brillantinato politico, beh resterebbe a fare il plenipotenziario presidente di Regione. Regole della politica. C’è chi può e chi non può. L’arte del possibile. Mai dire mai. La Serracchiani invece è candidata alla Camera, proporzionale, mentre D’Alfonso al Senato, sempre proporzionale. Altra big pronta a sbarcare in Abruzzo è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Per la Meloni, che negli ultimi tempi ha frequentato spesso la regione vista l’amicizia con la giunta aquilana, sarebbe pronto un posto alla Camera nel collegio uninominale L’Aquila-Teramo. Non è escluso che, prima della consegna delle liste, arrivino nuovi “ospiti” che, anche se indesiderati, dovranno essere comunque accolti. Ai posteri le ardue sentenze.