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Abruzzo Sanità: disturbi della nutrizione, approvata la disciplina delle equipe integrate

Un approccio multidisciplinare e integrato, con la presenza di diverse figure professionali in grado di garantire una presa in carico efficace del paziente con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (i Dca, ora identificati come Dna).

La giunta regionale, su proposta dell’assessore Nicoletta Verì, ha approvato oggi la presa d’atto del documento tecnico elaborato dal gruppo di lavoro coordinato dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Pierluigi Cosenza.

Il provvedimento, che integra e specifica la precedente delibera dell’ottobre scorso, disciplina l’istituzione delle equipe multidisciplinari che operano negli ambulatori specialistici dedicati, identificando puntualmente le figure professionali che ne devono far parte.

La valutazione e la successiva presa in carico del paziente affetto da Dna deve essere effettuata, ad esempio, da un’equipe composta da uno psichiatra o neuropsichiatra infantile, da un medico internista specialista per l’area internistico-metabolico-nutrizionale, da uno psicologo, da un dietista e da un infermiere.

Il trattamento ambulatoriale, invece, coinvolge anche i familiari del paziente e comprende gli interventi motivazionali, eventuali trattamenti psicofarmacologici, la psicoeducazione, la riabilitazione nutrizionale e la gestione internistica, sulla base di un piano terapeutico condiviso. All’ambulatorio specialistico spetterà inoltre valutare la complessità del caso, indicando la necessità di interventi maggiormente intensivi in regime di ricovero. La stessa struttura, poi, procederà ai controlli periodici e alla eventuale rimodulazione del percorso di cura.

“I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione – sottolinea l’assessore Verì – sono purtroppo sempre più diffusi, a prescindere dal sesso e dall’età del paziente. Era dunque indispensabile disciplinare ulteriormente le modalità di presa in carico e di terapia, con un unico modello da applicare in tutte le Asl regionali. Il trattamento di chi è colpito da questa patologia, infatti, impone un coinvolgimento attivo dei suoi familiari, con un attento lavoro volto al mantenimento degli equilibri comportamentali e cognitivi. Un risultato delicato che può essere garantito solo con la presenza di professionisti con una preparazione specifica”.