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Abruzzo zona rossa, chiuse oltre 8mila attività: necessario immediato sostegno economico

L’Aquila – Con zona rossa in Abruzzo chiudono oltre 8.200 bar, ristoranti e pizzerie e 555 agriturismi con un forte impatto sulle produzioni agricole regionali dall’olio al vino, dai formaggi al tartufo a causa del crollo dei consumi fuori casa e una conseguente fortissima perdita di fatturato. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Abruzzo sull’impatto delle limitazioni poste alla ristorazione con l’emergenza Covid con un drammatico effetto a valanga sull’intera filiera per il mancato acquisto di alimenti e vino.

“Una situazione che”, sottolinea la Coldiretti Abruzzo, “potrebbe ulteriormente peggiorare nel caso in cui i vincoli al consumo fuori casa si dovessero estendere alle feste di fine anno, con Natale e capodanno alle porte. In Abruzzo, che da domani è ufficialmente zona rossa sono sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi, che in regione sono 555 (ultimo rapporto Istat). E’ consentita la sola consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali. Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione”.