Tivoli – Il Consiglio comunale di Tivoli di venerdì 11 giugno scorso, seduta dedicata alle audizioni dei rappresentanti delle società partecipate, ha ascoltato il presidente del consiglio di amministrazione di Acque Albule spa, la società termale partecipata dal Comune al 60%, Fabio Frattini, affiancato dal direttore generale Stefano Terranova. Una società che ha subìto le conseguenze dell’emergenza sanitaria dettata dalla pandemia da Covid-19, causate dalle chiusure imposte dal Governo e che ha visto proprio il settore termale nazionale – insieme al comparto turistico e della cultura in generale – tra i più colpiti dalla relativa crisi economica.
Dalla relazione, illustrata in aula dai due rappresentanti di Acque Albule, si evince che il bilancio sociale della società si è chiuso al 31 dicembre scorso con una perdita di esercizio di 961.129 euro.
“In Italia le misure di distanziamento sociale hanno avuto conseguenze economiche particolarmente negative sulle terme, cioè su quel variegato insieme di strutture, dotate di un apprezzabile numero di posti letto alberghieri, che erogano un’ampia gamma di servizi per la cura e il benessere della persona”, viene specificato nella relazione. “Il fatto che gli stabilimenti termali siano stati uno dei comparti dell’industria turistica più danneggiati dalle misure di contrasto dell’epidemia. I risultati aziendali appaiono la più chiara rappresentazione della situazione di difficoltà che l’azienda ha dovuto affrontare nell’esercizio in esame sia in termini di fatturato che in termini di presenze rispetto all’anno 2019. Per le cure termali i dati indicano una diminuzione media di fatturato del 65%-70% per il 2020, dati che risultano influenzati dalla chiusura totale dell’azienda, che si è protratta dal 10 marzo (in seguito all’ordinanza del presidente della Regione Lazio) al 3 giugno. Nella stagione estiva, grazie all’allentamento delle restrizioni imposte alla mobilità interna, c’è stato un risveglio della domanda, non in grado d’incidere efficacemente nel miglioramento dei dati economico finanziari dell’esercizio e, a oggi, non si riscontrano forti segnali di ripresa”.
I relatori hanno spiegato che la società ha messo a disposizione della Asl Roma 5, gratuitamente, una parte dei propri locali nonché personale medico e amministrativo al fine di ospitare presso lo stabilimento termale un hub vaccinale, che risulta attivo sin dal primo marzo, nel quale sono stati vaccinate circa 7mila persone.
Per quanto riguarda il Victoria terme hotel, la relazione illustrata in aula chiarisce che “l’analisi relativa al 2020 è stata ovviamente condizionata dalla pandemia in corso. Il successivo aggravarsi della pandemia, sfociato poi nel lockdown nazionale, ha portato a numeri di camere occupate di giorno in giorno sempre più bassi e che non giustificavano in nessun modo il mantenimento della struttura aperta. La chiusura è stata effettuata il 29 febbraio 2020. La fase di ripartenza apparente maturata nel periodo estivo, ha portato ad avviare rapporti con i Comuni e le associazioni per programmare gruppi di cure termali a settembre e a ottobre e il 28 agosto la struttura è stata riaperta”. A causa del perdurare delle cancellazioni delle prenotazioni e per l’aggravarsi della situazione pandemica, la struttura alberghiera ha dovuto chiudere di nuovo il 26 ottobre 2020 ed è tutt’ora chiusa. La riapertura è prevista per il primo luglio 2021”.
Per quanto riguarda, invece, il settore piscine, questo “ha mostrato un decremento degli ingressi paganti del 36,68% circa complessive della stagione balneare, che sono passate dalle 28.700 nel 2019 alle circa 19mila nel 2020. Anche gli abbonamenti hanno registrato un decremento del 42,84% rispetto all’anno precedente”. I servizi del parco acquatico hanno generato una diminuzione dei ricavi complessivi (quasi 708mila euro) in diminuzione del 42,96% rispetto al 2019.
Nella relazione viene inoltre specificato che “si è sostanzialmente operato per acquisire le risorse finanziarie necessarie a sostenere l’attività aziendale e il capitale circolante con una prospettiva di limitazioni dell’attività, a causa della pandemia, per tutto il 2021. Utilizzando gli strumenti di sostegno della liquidità messi a disposizione dal Governo, è stato ritenuto congruo alleggerire gli impegni a breve e medio termine, caratterizzato dall’estrema incertezza e nebulosità del contesto economico pandemico, preferendo uno spostamento degli impegni verso il medio e lungo periodo, nel quale si ritiene, superata l’attuale crisi, ci siano i presupposti economico finanziari sia per far fronte agevolmente al servizio del debito”.
Sul fronte dell’evoluzione prevedibile della gestione, invece, “le prospettive economiche delle terme continuano a essere condizionate dall’evoluzione della pandemia, dalla risposta del sistema sanitario nazionale allo shock causato dalla malattia Covid-19 e dal tempo necessario per ripristinare la fiducia sui mercati. L’impegno da perseguire è focalizzato a realizzare sempre una maggiore integrazione tra servizi termali e servizi turistici, consentendo alla struttura di poter qualificare la propria offerta turistica con la componente benessere-termale”.