Antrodoco – Dopo il grande successo del Festival Performing Art, che ha “invaso” Antrodoco dal 13 al 16 luglio scorsi con le eccellenze della danza e del circo contemporaneo, passando per il teatro e la performance multidisciplinare, ARIA torna dal 17 al 20 agosto con il Festival della Musica.
Il Festival ha due principali obiettivi: presentare “la musica” ad Antrodoco e “presentare” Antrodoco a musicisti e amanti della musica. Musica di ogni tipo, servita in alta qualità tecnica in un ambiente tranquillo, nel clima fresco delle piazze e dei vicoli antichi di un borgo di montagna. Un evento in gran parte interattivo: oltre ad ascoltare i concerti si potrà partecipare alle prove, agli incontri con gli artisti, ai laboratori. Vere e proprie collaborazioni con i musicisti in cartellone. Si spazia dalla musica classica del nord dell’India alla musica sacra e profana per organo e ottoni, fino a big band, sperimentazione, elettronica, jazz, percussioni, suoni delle tradizioni popolari scozzesi e delle Dolomiti, alternando contemporaneità e storia. Le tradizioni si sviluppano, evolvono e si incontrano mutando, la musica colora e arricchisce, risorge ed esplode: “la Musica è il meglio”.
Il Festival prende il via il 17 agosto con una delle più eleganti e antiche musiche del mondo, la musica del Nord dell’India, eseguita da due musicisti di altissimo livello: il Maestro di sitar Ustad Sageer Khan, discepolo e figlio del grande Maestro Munir Khan e il percussionista Rashmi V. Bhatt. Alle ore 10,30 in Largo Santa Chiara ad Antrodoco è in programma un incontro con gli artisti e una lezione sulla musica indiana. La sera alle ore 21:30 il concerto “Nel mondo del Raga”.A seguire, un jam session (per partecipare è richiesta prenotazione e CV da inviare a: [email protected]). In caso di pioggia il concerto si terrà nel Teatro Sant’ Agostino. Dopo le numerose collaborazioni con artisti quali Nusrat Fateh Ali Khan, Stevie Wonder, Stockhausen, Shakira e Sting, il duo sarà ad Antrodoco per trasmettere la bellezza e la complessità della musica della propria tradizione musicale e presentare uno dei due importanti sistemi di musica classica esistenti in India: la North Indian Classical Music. Un sistema basato sul plurimillenario concetto estetico del Raga, architettura ideale che sta alla base di tutte le forme espressive artistiche: pittura, teatro, danza e poesia.
Il secondo giorno di Festival inizierà nel segno della musica d’avanguardia. Il 18 agosto, infatti, presso il Chiostro di Santa Chiara alle ore 11,00 è in programma un incontro con Fabio Recchia, compositore e produttore estremamente prolifico e geniale e Federico Scettri, raffinatissimo batterista. Recchia ha creato Nohaybanda e Germanotta Youth e suona chitarra e basso contemporaneamente, con una tecnica personalissima, oltre a pilotare una serie di strumenti elettronici. Scettri, oltre a essere parte della Cosmic Renaissance di Gianluca Petrella, collabora in spettacoli di teatro contemporaneo e si dedica alla ricerca. Alle ore 19,00 sempre presso il Chiostro di Santa Chiara, presenteranno “Secondo Risorgimento”, un concerto immersivo in anteprima, creato appositamente per la sonorizzazione quadrifonica di Largo Santa Chiara.
Alle ore 21,30 la giornata si concluderà presso la Chiesa di Santa Maria Assunta con il concerto “’600 ‘900”. Un ensemble, diretta dal Maestro Andrea Di Mario, di ottoni e organo del Conservatorio “G. Briccialdi” di Terni con trombe (Andrea Di Mario, Nicolò Gatti, Antonio Oriente, Leonardo Palenga, Michele Paluzzi, Andrea Ranieri, Flavio Simonetti, Nicolò Testa), tromboni (Alessio Angelini, Chiara Boccacci, Massimiliano Costanzi, Matteo Cristofanti) e organo (Gabriele Catalucci). L’ensemble eseguirà una selezioni di brani dal ‘600 al ‘900, dalla Lucchesina di Gioseffo Guami a Feierlicher Einzung di Richard Strauss, passando per la Canzon Francese di Adriano Banchieri, la Marche Triomphale di Dubois e composizioni di Storace, Paul Hindemith e Seth Bingham. Un’esperienza sonora di rara potenza, resa ancora più significativa dall’acustica eccellente della chiesa e dal suo ottimo organo a canne.
Il 19 agosto sarà una giornata di Festival itinerante. Tra le ore 12,00 e le ore 18,00 il centro storico di Antrodoco si animerà di sonorità e racconti, di musica acustica e tradizioni. Sono infatti previste esibizioni, laboratori, incontri e cantate in libertà. Protagonisti saranno “I poeti dell’ottava rima e il canto a braccio” e il “Coro Sintagma”. Il canto a braccio è una delle più antiche e preziose tradizioni artistiche italiane, un’eccellenza mantenuta viva soprattutto in ambito pastorale e di cui nell’alta Valle del Velino, dove Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria si incontrano, si trovano alcuni dei massimi esponenti contemporanei. Seguire un incontro tra poeti equivale a viaggiare nel tempo fino alle radici della letteratura italiana e oltre, ai giorni antichi della poesia latina della Sabina pre-romana. Contemporaneamente, l’uso del metro poetico, i raffinati giochi linguistici, le rime inaspettate, permettono allo spettatore di sentire rinascere una fantasia latente e forse, anche, la voglia di esprimersi. Sarà proprio il pubblico, anzi, a partecipare offrendo i temi delle controversie cantate. Parteciperanno tra gli altri i poeti: Pietro De Acutis, Donato De Acutis, Francesco Marconi, Giampiero Giamogante. Il “Coro Sintagma” è un quartetto vocale che esegue musica in stile alpino/dolomitico, mescolando brani strettamente connessi alla celebre letteratura della grande guerra, madrigali, canzoni da barbershop, tradizionali veneti e friulani. E’ composto da Marcello Zanin (baritono), Cristiano Perenzin (baritono/tenore), Cristian Facchin (alto), Luciano Gasperin (basso). Con loro il cantautore Stefano Zannantonio Martin, Dottor Seni, con le sue analisi filosofiche della vita moderna. Presenterà l’incontro Cristina De Bortoli. Il pubblico sarà invitato a partecipare in un esercizio di canto polifonico.
Alle ore 19,00 in Piazza del Popolo due concerti. Il primo con la “Compagnia Tamburi Antrodoco”, che inaugura la collaborazione con il progetto Aria. Realtà ormai fondamentale ad Antrodoco, il largo ensemble di tamburi raccoglie oltre venti persone di ogni età, con un suono vigoroso che oscilla tra immaginario medievale e nuove ritmiche urbane. A chiudere la giornata “City of Rome Pipe Banduna”, formazione di cornamuse e tamburi di tradizione scozzese che porterà ad Antrodoco il potente suono evocativo delle highlands.
Il 20 agosto, ultimo giorno di Festival, si comincia alle 19,30 in Piazza del Popolo con la “Rieti Jazz Orchestra” che proporrà il concerto “That’s life!”. Un omaggio alla musica di Frank Sinatra, geniale mito della canzone e icona dell’entertainment, eseguito con gli arrangiamenti originali di Quincy Jones e Count Basie da una formazione di 19 elementi. La Rieti Jazz Orchestra, fondata dal saxofonista Angelo Liberali, è un progetto che coinvolge ottimi musicisti reatini, tra i quali il giovane e talentuoso trombettista antrodocano Matteo Costanzi. Direttore della Rieti Jazz Orchestra è Mario Corvini, uno dei principali trombonisti del panorama nazionale, celebre strumentista e arrangiatore, che insegna presso il Conservatorio “O. Respighi” di Latina e ha collaborato negli anni con Luis Bacalov, Lionel Richie, Ennio Morricone, Enrico Rava, Roberto Gatto, oltre ad essere tra i fondatori del Parco della Musica Jazz Orchestra. La “RJO” è composta da Marco Turani (sax alto), Marta Polimadei (sax alto), Emanuele Ciogli (sax tenore), Angelo Liberali (sax tenore), Alessio Micheli (sax baritono), Leonardo Carmignani (trombone), Sergio Saudelli (trombone), Reginaldo Ciferri (trombone), Francesco Piersanti (trombone), Matteo Costanzi (tromba), Patrizia De Luca (tromba), Giuseppe Moscatelli (tromba) Ettore Rivarola (tromba), Pierluca Cesarini (chitarra), Luca Tosoni (Pianoforte), Steve Laye (contrabbasso), Yuri Alviggi (batteria).
Alle ore 21,30 presso il Teatro Sant’Agostino, il Festival della Musica chiuderà i battenti con il concerto-spettacolo “Gender Games”, di “ONDADURTO TEATRO” con “H.E.R.” e “Margò”. Una performance che costruisce la sua estetica mettendo al centro il dialogo costante e trasversale tra differenti linguaggi espressivi: il corpo e la musica. Un percorso intimo autoriale, ma allo stesso tempo universale per riflettere sull’identità. Un viaggio emotivo tra luce e ombra in grado di trasformare il corpo/oggetto in significato. Abbattere i confini tra i generi attraverso uno sviluppo musicale trasversale: dai barocchismi all’ elettronica passando per il rock fino ad arrivare al pop. Quando la musica classica, il pop e l’elettronica si incontrano spesso la miscela è esplosiva e non si può che rimanere folgorati. La musica, con arrangiamenti originali, è creata da H.E.R. e pensata partendo da un interrogativo: come creare ambienti sonori che si legano profondamente ai significati di una storia intima? Può la musica condurre lo spettatore e, attraverso l’azione live, creare immaginari nella mente degli spettatori stessi? Grazie ad una ricerca su sonorità contemporanee il tutto si trasforma in una narrazione personale in musica in una fitta rete di rappresentazioni visive, “immagini” particolarmente potenti, forme simboliche e archetipiche. Obiettivo è quello di partire da storie personali, ma volgerle verso un universale condiviso, al fine di sviluppare diversi punti di riflessione. Un approccio intersezionale alla base della scrittura dove le categorie andranno a interagire a molteplici livelli simultanei. “Gender Games” e il mondo che ci circonda, in un continuo ribaltamento di punti di vista.
Con il progetto “ARIA – Antrodoco residenza internazionale per Artisti “- il Comune di Antrodoco ha vinto un milione e 600 mila Euro su un bando PNRR del Ministero della Cultura, con l’obiettivo principale di rendere Antrodoco una residenza per artisti di diverse tipologie di arti (Teatro, Danza, Musica, Circo Contemporaneo, Arti figurative) con un respiro internazionale.