Roma – E’ stato attivato ieri il bando della Regione Lazio che mette a disposizione 51 milioni di euro per ristori a fondo perduto in favore di imprese danneggiate dall’emergenza coronavirus.
La partecipazione al bando sarà possibile esclusivamente per via telematica all’indirizzo internet https://www.regione.lazio.it/ristorolazioirap/ sino alle 10.00 di lunedì 8 febbraio (o sino a esaurimento risorse).
La domanda potrà essere firmata digitalmente o in modalità olografa.
Potranno ricevere i fondi di “Ristoro Lazio Irap” i liberi professionisti titolari di partita Iva e le micro, piccole e medie imprese (mpmi) appartenenti a 283 distinti codici Ateco: tutti quelli elencati nei DL Ristori bis e quater (a eccezione di cinema, teatri, taxi e Ncc perché già ristorati con altre misure regionali ad hoc) e tutti quelli di: commercio all’ingrosso, commercio al dettaglio e servizi alla persona che sono stati chiusi dai decreti di marzo.
L’importo del ristoro – un contributo a fondo perduto, fino a un massimo di 25.000 euro a impresa – sarà pari alla rata dell’acconto Irap 2020, originariamente dovuta dalle imprese entro il 30 novembre.
Il riferimento alla rata Irap è pensato per rendere automatico il calcolo delle somme e più rapida la loro erogazione.
Più in dettaglio, i ristori saranno destinati a:
pubblici esercizi, come ristoranti, bar, gelaterie, enoteche, pasticcerie ;
operatori del Turismo, come attività ricettive alberghiere e non (B&B ecc.), campeggi, ostelli, agenzie di viaggi, tour operator, guide turistiche ;
attività di organizzazione di convegni, fiere, feste, cerimonie;
attività legate a tempo libero e benessere: discoteche, parchi tematici, centri benessere e termali, spa, attività del settore della cultura come musei, servizi di biglietteria di eventi, noleggi di strutture e attrezzature per spettacoli e manifestazioni, biblioteche, giardini zoologici ecc.), a eccezione di cinema e teatri per i quali la Regione ha già pubblicato due avvisi specifici;
attività del settore dello sport (attività di corsi sportivi, palestre, piscine ecc.) che non abbiano già usufruito della specifica misura regionale per Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche;
attività del commercio, all’ingrosso e al dettaglio, chiuse dai decreti di marzo, oltre ad agenti e rappresentanti di commercio; nonchè attività di servizi alla persona (barbieri, parrucchieri, estetisti ecc.).