Oggi, 3 novembre 2024, il Maestro degli Italiani Alberto Manzi avrebbe compiuto 100 anni. Pedagogista riformista, scrittore e docente, Alberto Manzi è stato un pioniere dell’insegnamento, grande rivoluzionario, il “grande maestro” che riuscì nella grande missione culturale, l’alfabetizzazione degli italiani.
Alberto Manzi nasce a Roma il 3 novembre del 1924 da Ettore Manzi e Rina Mazzei, originaria di Tufo di Carsoli. Alberto cresce in una famiglia umile, la madre era una casalinga mentre il padre tramviere. Persone rispettabili, oneste e dai sani principi. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Istituto Magistrale, nel 1947 il Maestro si laurea in Biologia, per dedicarsi poi successivamente agli studi umanistici. Nel 1953, infatti, si laurea in Pedagogia e Filosofia con il professor Luigi Volpicelli, docente che lo vorrà come suo assistente nella direzione della Scuola Sperimentale del Magistero di Roma. Il suo spirito rivoluzionario lo spinge però a lasciare l’esperienza accademica per dedicarsi interamente all’istruzione nella scuola elementare.
La sua prima esperienza come educatore inizia in realtà nel 1946 presso il carcere minorile “Aristide Gabelli” di Roma. In questi anni Alberto Manzi alfabetizzò circa 90 ragazzi di età compresa fra i 9 e i 17 anni. Un ambiente durissimo, inizialmente ostile, descritto dal Maestro come estremamente difficile. Con garbo e sensibilità, Manzi riuscì ad entrare nel duro cuore dei ragazzi e insieme a loro scriverà la storia di un gruppo di castori che lottano per salvare la propria libertà, storia che il Maestro rielaborerà in seguito per scrivere il suo primo romanzo, Grogh, storia di un castoro. Tra le celebri opere scritte dal grande Maestro ricordiamo, per citarne qualcuna, Orzowei, Testa rossa, Le meraviglie del mondo alato, Tupiriglio, La luna nelle baracche, E venne il Sabato e tanti altri romanzi, libri di testo, testi di divulgazione scientifica e pubblicazioni didattiche tradotte in tutto il mondo. Alberto Manzi era un uomo del dopoguerra e come tutti i più grandi uomini della Prima Repubblica era animato da un profondo spirito di ricostruzione e di rinnovamento, missione che traspare nei suoi scritti ma soprattutto nella sua missione pedagogica. Il Maestro è stato, e lo è tutt’ora per chi si identifica con la sua metodologia, un faro di ispirazione per docenti e insegnanti. Un pensiero anticonformista che ha sempre posto al centro il bambino, l’educazione e l’esperienza, una metodologia che richiama senza ombra di dubbio la pedagogia montessoriana. Un buon maestro è colui che è in grado di stimolare ed educare al pensiero attraverso il “fare”, la ricerca, la scoperta e l’esperienza diretta. Manzi era al tempo un rivoluzionario, il suo progetto era quello di rinnovare la scuola, sganciarla dai “vecchi metodi”, fornire ai nuovi insegnanti gli strumenti utili e necessari per realizzare il rinnovamento scolastico che doveva guardare all’inclusione, rispettare le esigenze del bambino, tenendo cura della componente emotiva. Il Maestro lavorava per istituire la “scuola del fare”, un ambiente di qualità, capace di stimolare e nutrire le menti. Lontano da ogni classificazione e dal giudizio, metodo obsoleto che alimenta la divisione classista e indebolisce lo sviluppo intellettivo, il ragionamento ed ogni forma di progresso. Alberto Manzi si fa portavoce dell’uguaglianza e dell’equità. Si ricorda anche la sua esperienza politica come Sindaco presso Pitigliano, in provincia di Grosseto, la città in cui visse insieme ai suoi figli fino al 4 dicembre del 1997, anno della sua morte.
Il suo animo gentile e il suo pensiero pedagogico verranno poi conosciuti da tutti grazie al programma televisivo Non è mai troppo tardi, mandato in onda per la prima volta il 15 novembre del 1960. Una serie di appuntamenti trasmessi dalla Rai, in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, al fine di diminuire l’alto tasso di analfabetismo, ancora persistente in quegli anni. È grazie al suo Corso di Istruzione popolare per adulti analfabeti che il Maestro entra nelle case e nel cuore degli italiani. Distante da ogni forma di pregiudizio e con estrema sensibilità, Alberto Manzi riuscì ad istruire la generazione di un tempo e del suo tempo, vittime della guerra, della povertà e dell’ignoranza. Per la modalità con cui avvenne l’alfabetizzazione, il Maestro è ancora oggi ricordato come il vero precursore della didattica a distanza. Eppure, Alberto Manzi non aveva mai avuto esperienze televisive fino a quel momento. Come fu per l’insegnamento in carcere, tutti i docenti prima di lui rifiutarono il progetto. Oltre ad essere un uomo di grande cultura, Alberto Manzi aveva una grande abilità comunicativa, ed era in grado di persuadere alunni e spettatori a casa. Milioni di italiani impararono a leggere e a scrivere “in diretta” grazie al Maestro che insegnava la grammatica della lingua italiana attraverso il gioco, l’esperienza e il disegno. È grazie all’arte che infatti il borgo delle Arti, Tufo di Carsoli ha deciso di ricordarlo e rendergli omaggio dedicando in sua memoria suggestivi murales e dipinti realizzati dagli Artisti del progetto Intonaci. In occasione del Centenario della sua nascita, la Proloco di Tufo ha realizzato la marmorea installazione di un libro che riporta una dei suoi celebri pensieri: “Non rinunciate mai, per nessun motivo, sotto qualsiasi pressione, ad essere voi stessi”. Vicino l’installazione, gli artisti hanno poi realizzato il murales in cui figura il suo segno zodiacale, lo scorpione, il disegno con cui esordì durante la prima puntata di Non è mai troppo tardi e la stella AM-OAB_V3, stella scoperta presso l’Osservatorio Astronomico di Bassano Bresciano, dove AM sta proprio per Alberto Manzi. E’ stata registrata con questo nome presso l’ente preposto alla classificazione delle stelle variabili: l’International Variable star index presso l’American Association of Variable Stars (AAVSO). Il riferimento per la stella dedicata al maestro Manzi nel centenario della sua nascita è presente sul sito dell’Osservatorio Astronomico di Bassano Bresciano.