Carsoli – “Quando si è genitori questi ragazzi è come se fossero tutti figli nostri, si piange per i propri figli ma vorremmo che non succedesse nulla anche ai figli degli altri.” Con queste parole inizia una accorata lettera che ci è stata trasmessa da una mamma, che vuole sensibilizzare ed apportare una importante testimonianza su questa tematica alquanto delicata.
La lettera viene da esperienze vissute direttamente e che portano con sè tutte le preoccupazioni del terzo millennio avanzato per il futuro delle nuove generazioni.
” La noia – prosegue la lettera aperta – purtroppo regna molto nella vita di questi “bambini” che si affacciano all’adolescenza, noia che purtroppo cercano di colmare anche con l’alcool. All’inizio una birretta bevuta scherzosamente basta, poi si spingono oltre, fino ad arrivare drammaticamente ai superalcolici. Ma non possiamo incolpare loro se per primi noi genitori non ci rendiamo conto che la realtà è questa e nessun figlio è immune. Quante volte si sente dire…ah no mio figlio sicuro non fa queste cose! Ecco cari genitori, questo è il primo sbaglio da non fare. La nostra consapevolezza nell’avere dei figli “normali” e che quindi possono cadere nelle tentazioni, è il primo passo da fare per aiutarli. Capire ed ammettere, che i nostri figli, all’esterno delle mura familiari, sono diversi, soprattutto della cosiddetta comitiva! Questo non vuol dire ammettere di avere dei figli delinquenti ma semplicemente normali, che in un’età delicata come quella adolescenziale, possono compiere atti pericolosi PER SE STESSI.
La vita è un dono di Dio, prezioso ed unico.
L‘alcool è un assassino silenzioso, non si sta male subito, o meglio dopo la sbornia ci si riprende e tutto sempre passato. Ma se bere diventa un’abitudine per soffocare le ansie o la noia, lo stato psicofisico si ammala piano piano e quando ce ne accorgiamo e troppo tardi.
Cerchiamo di essere genitori più presenti ma senza soffocarli, presenti ma insegnando loro ad essere responsabili. Io per prima mi impegnerò di più in questo intento. Condividiamo con loro il loro mondo, perché solo stando dentro la tempesta impariamo a nuotare e sopravvivere.
L’abuso di alcool può portare al coma etilico che a volte porta alla morte, soprattutto se bevono in età adolescenziale. Spiegamoglielo ai nostri figli, leggiamo con loro le conseguenze di tutto ciò. Che nessuno debba soffrire per un figlio, questa è la mia preghiera. Mi piacerebbe salvare tutti i figli, ogni sera prego il Signore per questo. Otto anni fa ho perso mio padre, aveva 64 anni ed è morto per alcolismo, cirrosi epatica, encefalopatia epatica. Purtroppo so cosa fa l’ alcool, ci sono cresciuta anche per questo la prendo cosi male questa storia”.
La lettera è firmata, ed abbiamo parlato al telefono con questa donna. Ci siamo confrontati e ha chiesto di parlare di questo problema. Molte sono le serate in cui i minori, ragazzi di 11/12 anni devono ricorrere al Pronto Soccorso a causa della ingestione di un quantitativo alto, a volte altissimo di superalcolici. Tutto avviene all’interno delle mura domestiche, ma l’insorgenza di queste problematiche può riguardare bravi ragazzi, e famiglie per bene. Non è mettendo la testa sotto la sabbia che tutto ciò si risolve, serve agire per evitare una escursus che specialmente dall’adolescenza può diventare pericoloso. Non abbiamo pubblicato il nome di questa madre, non perchè ce lo abbia chiesto lei, ma per sensibilità e rispetto che va comunque riservato ai minori che nelle lunghe serate sono interessati da questo fenomeno dilagante.