“Ali e Vento”: il libro di Martina Greggi celebra la fragilità di un’anima che non teme di volare
"Le anime indistruttibili sono quelle che piangono emozioni, stringono dolore e caos tra le mani e sanno scriversi addosso il profumo di una rosa appena nata".
Un romanzo poetico che tocca corde interiori segrete, sfiora l’anima e i pensieri, dandogli forma e significato attraverso la scrittura. Facciamo conoscere ai nostri lettori Ali e vento (Aletti, 2022) il secondo libro della scrittrice Martina Greggi. L’autrice nata a Tivoli ha già pubblicato nel 2017 il suo primo romanzo Anima e Luna (gruppo Albatros) oggi disponibile nel formato e-book con il nuovo titolo Anima Libera (Leone Editore).
Con Martina ci sentiamo telefonicamente, per la prima volta. Sento la sua voce e ho ancora più chiaro il senso del suo libro appena letto: è una donna che conosce il valore dell’ascolto e mi parla scegliendo le parole giuste. Una ragazza dalle mille sfaccettature, si nutre di letteratura, poesia, fotografia, ma anche di musica, psicologia e filosofia. Dipinge su tela le emozioni, come lei le definisce, “senza voce”, ama il blu e la luna. Tra i suoi autori di riferimento c’è Hermann Hesse, suo scrittore preferito, Dostoevskij, Nietzsche, Gibran, Baudelaire, Goethe, Alda Merini, quelli che vede come “scrittori dannati e maledetti, definiti folli, senza sapere che i folli sono altri”.
Il romanzo Ali e vento è un racconto intimo e ricercato, nato da una riflessione interiore e dalla voglia di superare il timore di non essere compresi. La prosa poetica, usata dall’autrice, scaturisce da un profondo dialogo interiore e dalla consapevolezza del “come” lo si vuole esprimere. Ciò mostra tutto il suo essere sognante, determinata e ricca di contenuti. Le parole sono scelte con minuzia, si posano sulle ali della scrittura, l’unico mezzo capace di far spiccare il volo alle sue emozioni.
Il protagonista è Leòn, un giovane amante della scrittura e del mare, luogo puro di ispirazione e introspezione. E poi c’è il Vento, che innamorato delle sue fragilità lo ascolta e lo consiglia. In un dialogo fatto di rispetto e amore Leòn imparerà a conoscersi, ascoltando quella voce che lo guiderà verso le verità depositate negli angoli misteriosi della sua anima. In quegli anfratti dove riposano le attese, le speranze, e l’essenza di ciascuno di noi, che a pochi è dato conoscere e sfiorare. Perché, come scrive l’autrice, “riuscire a sfiorare una mente e un’anima è la cosa più difficile da fare, nemmeno un abbraccio può toccarti tanto”.
Rivolgiamo a Martina Greggi alcune domande sul suo libro Ali e vento.
Come è nata l’idea di scrivere il tuo secondo libro?
“Ali e Vento è nato come una raccolta poetica che, all’ultimo momento, ha subito un capovolgimento diventando un romanzo poetico, in cui due entità iniziano un viaggio che le porterà ad una rinascita interiore. E’ nato da un’esigenza naturale interiore di capire, di attraversarmi in ogni mia parte per cercare risposte che solo io potevo darmi, attraversando un dolore e delusioni profonde per conoscere quello che definisco “il mostro”, perché solo così puoi smettere di averne paura”.
La tua è una scrittura molto intima e piena di evocazioni poetiche, come sei arrivata a questo stile?
“La mia non è propriamente poesia, ma una prosa poetica, flussi di pensieri che scaturiscono da immagini che fanno da supporto alle parole. Ho sempre scritto così, senza chiedermi mai nulla sullo stile o altro. Scrivere è un’affermazione di me, scrivo per non parlare, in un mondo in cui le parole sono solo aria nel vento, molto spesso. Scriverle è lasciare una traccia, da qualche parte, che possa esistere e resistere in eterno. La scrittura per me è salvezza, un istinto naturale che da essenza diventa materia nelle mie mani”.
Si percepisce nel personaggio del tuo romanzo un’inquietudine e una disgiunzione dal mondo, da cui scaturisce un percorso coraggioso di rinascita. Come ci si rapporta a questi stati d’animo? Ci sono affinità fra te e il protagonista Leòn?
“È esattamente un percorso coraggioso di rinascita. Mi rapporto a questi stati d’animo con forza e fiducia. Il coraggio di esseri LIBERI attraverso la verità, perché la verità rende liberi. Essere se stessi è uno degli atti più coraggiosi, perché si diventa scomodi, abituati ad una normalità di cui ancora non si è ben capito il concetto.
L’inquietudine nasce dal volere essere ALTROVE, lontani da un mondo che spesso non mi appartiene. La mia fortuna e la mia condanna. Leòn parla per me, nasce da un sogno che mi è stato raccontato. E’ fuori dagli schemi, è un sogno libero”.
C’è una personificazione del vento, come fosse un personaggio in ascolto, sensibile consigliere, capace di far scaturire stati d’animo positivi. Perché la scelta di questo elemento narrativo?
“Perché amo il vento, quello bello che ti spettina le idee dando un ordine ad un disordine interiore. Ti tocca come dovrebbero saper toccare le persone, perché ‘toccare’ è arte per pochi. L’incontro fra il protagonista e il vento può essere visto in qualunque modo lo si voglia, come due entità alla ricerca della verità, come un amore che dovrebbe legare per sempre, se si fosse più onesti e gentili. Loro sono l’amore che non dovrebbe conoscere tradimento, ma solo voglia di stupirsi ogni giorno o di andarsene senza ferire. Sono l’amicizia, ancora più preziosa di un amore, di cui non se ne sente più il sapore. Il vento lo ‘tocca’ per farlo sentire”.
Mi ha colpito molto la frase dobbiamo rivendicare il diritto di essere fragili, trovo che sia uno spunto di riflessione molto importante. Cosa ci suggerisce il tuo romanzo a riguardo?
“Questa è una frase che uso ogni giorno, è importante. Una frase vissuta sulla mia pelle, quando usano le tue fragilità come fossero colpe da espiare per farti male. Invece no, dobbiamo rivendicare questo diritto, come ho fatto io, perché la fragilità è LA NOSTRA FORZA. Sta tutto lì, il coraggio, la verità, il ricominciare una vita da zero, liberi, finalmente. Liberi da chi ti vuole cambiare, e mentre lo fa dice di amarti o di volerti bene. Si cambia per se stessi e basta.
La fragilità è una consapevolezza. Non dobbiamo essere la volontà di nessuno, siamo esseri liberi di esserci o di andare via, ma con decenza e rispetto per chi ha un’altro animo e per chi ha scelto di essere se stesso ad ogni costo, senza compromessi.”
Hai scritto: scrivi il tuo libro come toccassi un cristallo, proteggi il vuoto e le parole non ancora inventate che vorresti usare. Quale valore ha la scrittura per te?
“La scrittura ha un valore inestimabile, è il mio primo respiro. La scrittura è importante, ma se accompagnata dai fatti, le parole sono armi potenti. ‘Sei quello che fai, non quello che dici’. Per me una scrittura assume valore quando chi scrive E’ ciò che sta scrivendo, altrimenti sa solo di vuoto assoluto”.
A chi consiglieresti il tuo libro e chi è il tuo lettore ideale?
“Non è un libro per tutti, semplicemente perché si ha bisogno di un’intelligenza emotiva per saperlo leggere. Non so se so scrivere o no, lo faccio per me, il resto è solo un valore aggiunto. Il lettore ideale è un’anima morbida attenta a non ferire e capace di inventare un nuovo modo di amare, che ancora non esiste”.