Nella giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, che si celebra oggi 7 Febbraio, abbiamo intervistato Alissa Vitale, “content creator” abruzzese, che ha fatto della gentilezza e della cultura le sue armi contro l’odio online.
Chi è Alissa Vitale?
Sono una content creator e mi definisco “influenced” perché riconosco i meccanismi con cui la società cerca di condizionarci in ogni ambito, non solo negli acquisti. Sui social mi occupo di temi come l’emancipazione femminile, gli stereotipi e il benessere personale. Ma ho anche sviluppato un modo tutto mio di rispondere agli haters: senza rabbia, ma con ironia e conoscenza.
Perché hai deciso di affrontare il cyberbullismo in questo modo?
Perché credo che l’odio si combatta con l’intelligenza e la consapevolezza. Rispondere con rabbia alimenta solo il gioco di chi attacca. Io invece uso dati, curiosità e gentilezza per smontare certe logiche e rendere visibile il paradosso di alcuni commenti.
Quali sono i danni del cyberbullismo?
Il cyberbullismo non è solo un fastidio online, è una violenza che può avere conseguenze serie: ansia, depressione, perdita di autostima, isolamento. Molti non denunciano per paura di essere giudicati o di non essere presi sul serio. Ma il male che fa è reale, anche se avviene dietro uno schermo. Alcune persone arrivano a chiudersi in sé stesse, a smettere di condividere opinioni o addirittura a evitare il mondo digitale, che oggi è parte integrante della nostra vita.
Quali sono le cause principali di questo fenomeno?
Le cause del cyberbullismo sono molteplici e spesso si intrecciano.
- Disumanizzazione: dietro uno schermo, le persone smettono di vedere chi c’è dall’altra parte come un essere umano. L’anonimato o anche solo la distanza fisica fanno percepire chi riceve l’insulto come un’idea astratta, un bersaglio privo di sentimenti. Questo fenomeno si chiama deindividuazione e spiega perché molte persone scrivono cose che non direbbero mai di persona.
- Frustrazione e bisogno di potere: chi attacca spesso proietta sugli altri i propri problemi. A volte il cyberbullismo nasce da insicurezza o da una situazione di disagio che la persona cerca di compensare facendosi sentire superiore.
- Effetto branco: nei social, gli attacchi diventano virali in un attimo. Una persona inizia con un insulto, altri seguono a ruota, rinforzando il comportamento e facendo sentire il bersaglio ancora più solo e vulnerabile.
- Disinformazione e bias cognitivi: molte offese nascono da credenze errate. Ci sono persone che attaccano senza nemmeno conoscere il contesto, basandosi su pregiudizi o stereotipi. In alcuni casi, il cyberbullismo è alimentato da chi è convinto di essere nel giusto e non si rende conto di stare perpetuando violenza.
- Assenza di conseguenze immediate: nel mondo reale, un insulto può avere reazioni visibili e immediate. Online, invece, chi attacca spesso non vede il dolore che provoca. Questo crea l’illusione che le parole scritte abbiano meno peso di quelle dette a voce.
Cosa si può fare per contrastarlo?
Prima di tutto, educazione digitale: bisogna insegnare che dietro ogni profilo c’è una persona reale, con emozioni e fragilità. Poi, normalizzare il blocco e la segnalazione: difendersi non è debolezza, è un diritto. Infine, creare una cultura della risposta intelligente: non sempre è necessario rispondere, ma se si sceglie di farlo, bisogna farlo con argomenti validi, non con altra rabbia.
Qual è stato il commento più assurdo che hai ricevuto?
Ne ho ricevuti molti, ma alcuni mi fanno riflettere più di altri. Una volta mi hanno esortato a morire di fame, altre volte mi attaccano con stereotipi sulle donne e sul movimento femminista. Io rispondo sempre dando informazioni di carattere storico, linguistico, psicologico o sociale. È interessante vedere come molti abbiano cambiato prospettiva solo guardando i miei reel.
Un consiglio a chi subisce cyberbullismo?
Non sei solə. Non credere alle parole di chi ti insulta, perché spesso non parlano di te, ma di loro. Blocca, segnala e, se puoi, circondati di persone che ti sostengono. Non devi affrontare tutto da solə. Mi arrivano molti messaggi ogni giorno in cui mi raccontano episodi di bullismo e cyberbullismo davvero pesanti, è un fenomeno troppo diffuso. Ma non sei debole se ne soffri, né sbagliatə se ne parli.
Dove possiamo seguirti per scoprire di più?
Su Instagram e TikTok, dove continuo a portare avanti questa battaglia con ironia, cultura e un pizzico di leggerezza. Perché l’odio si combatte anche con un sorriso ben piazzato.
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