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Alla Garbatella un successo per le celebrazioni dedicate a Remo Remotti

Roma – Si è svolta ieri Domenica 29, in piazza Damiano Sauli alla Garbatella,lo spettacolo  “Me ne andavo da quel… 2024“, manifestazione gratuita patrocinata dal Municipio VIII e organizzata per celebrare la figura di Remo Remotti, attraverso quelle discipline che lo hanno consacrato come artista. Dalla musica alla pittura, dal cinema alla poesia.

 

L’evento al quale ha partecipato una folla numerosissima è iniziato  dalle ore 15, con la mostra dedicata ai suoi disegni presso Millepiani Coworking, mentre alle ore 15.30 è stato presentato al pubblico il suo libro “Diario segreto di un sopravvissuto“. Una biografia dell’artista con un talk che ha visto la partecipazione dell’attrice Michela Andreozzi, dell’attore Stefano Fresi e della musicista Cristiana Polegri.

 

Alle 16.15 il concerto di Chino Alessandro Proietti, giovani rapper nati e cresciuti a Garbatella che di recente hanno pubblicato i loro due album solisti “Binario 35” e “Zima Blue”.

A seguire il live di Piotta con uno show che attraversa tutti i suoi 10 album di studio, e più di 25 anni di musica, con particolare attenzione all’ultimo disco.

 

Un momento del live è stato dedicato all’ultimo singolo “Me ne andavo da quella Roma…(Mamma Roma Addio reloaded)“, la nuova versione rimusicata della storica poesia di Remo Remotti in occasione del centenario della nascita. La pubblicazione ha visto la partecipazione di Carlo Verdone, Carl Brave, Alessandro Mannarino, Valerio Mastandrea, Ditonellapiaga, Daniele Silvestri, Piotta, Luca Barbarossa, Emanuela Fanelli.

 

Piotta è stato accompagnato dal compositore Francesco Santalucia (piano, basso, percussioni), dal polistrumentista Augusto AKU Pallocca (sax, synth, rap), da Francesco Fioravanti (chitarra elettrica e acustica), da Claudio Cicchetti (batteria e percussioni), con i visual e il sound engineer Cristiano Boffi. Sul palco interverranno Daniele Coccia Paifelman (Il Muro del Canto), Ginko (Villa Ada Posse), Militant A (Assalti FrontalI) e la campionessa di slam poetry Cecilia Lavatore, che declamerà alcune poesie di Remo Remotti e di Fabio Zanello e altri ospiti a sorpresa.

 

Durante l’evento realizzato in collaborazione il Municipio VIII, è stato  presente uno stand di Save the Children, ONG che da sempre ha collaborato in numerose attività con Remo Remotti e la sua famiglia.

Chi era Remo Remotti:

Remo Remotti, figura poliedrica e inclassificabile del panorama artistico e culturale italiano, è stato un attore, poeta, pittore, drammaturgo e cantautore romano che ha attraversato la seconda metà del Novecento con un’irriverenza e una profondità che lo hanno reso un’icona unica. La sua vita è un racconto appassionante di ribellione, esplorazione e creatività che abbraccia il teatro, il cinema, la poesia e le arti visive.

Gli Inizi: La Formazione e la Ribellione

Nato il 16 novembre 1924 a Roma, nel quartiere di San Giovanni, Remo Remotti si distingue fin da giovane per il suo spirito irrequieto. Dopo aver frequentato il liceo classico, si iscrive all’Università La Sapienza di Roma, dove consegue una laurea in Giurisprudenza. Tuttavia, l’ambizione di diventare avvocato non rientra nei suoi piani; il desiderio di libertà e l’amore per l’arte lo spingono altrove.

Negli anni ’50, Remotti si trasferisce a Lima, in Perù, dove lavora in un’azienda di famiglia, ma l’esperienza si rivela soffocante. Lì comincia a esplorare il mondo dell’arte e a sviluppare le prime idee che lo condurranno alla sua futura carriera di artista multidisciplinare.

L’Arte e il Cinema: La Ricerca di Un’Identità

Rientrato in Italia, Remotti si dedica alla pittura, un campo in cui sviluppa uno stile espressivo e provocatorio. Allo stesso tempo, intraprende una carriera come attore e sceneggiatore. L’incontro con Federico Fellini segna un momento cruciale: Remotti recita in “La città delle donne” (1980), dando vita a un personaggio che riflette il suo stesso spirito inquieto e ironico. La collaborazione con Fellini gli apre le porte del cinema, dove lavora con altri grandi registi come Marco Bellocchio, Nanni Moretti e Francis Ford Coppola.

Tra i suoi ruoli più celebri ricordiamo quello del burbero e sarcastico protagonista in “Caro diario” (1993) di Nanni Moretti e la sua apparizione in “Il padrino – Parte III” (1990) di Coppola.

La Poesia e il Teatro: L’Anima Irriverente

Parallelamente alla carriera cinematografica, Remotti si afferma come poeta e drammaturgo. I suoi testi, intrisi di ironia e critica sociale, esplorano temi come la libertà sessuale, l’ipocrisia borghese e il rapporto con la città di Roma. “Mamma Roma addio”, una delle sue opere più conosciute, è un inno d’amore e odio verso la capitale, che rappresenta sia una prigione che una fonte inesauribile di ispirazione.

Nel teatro, Remotti si distingue per il suo stile diretto e provocatorio, capace di mescolare comicità e profondità esistenziale. Le sue performance, spesso arricchite da monologhi taglienti, lo consacrano come un interprete unico nel panorama italiano.

La Musica e l’Eredità Culturale

Negli ultimi anni della sua vita, Remotti si cimenta anche nella musica, componendo canzoni dal tono satirico e grottesco, come la celebre “Nun me rompe er ca’”, che diventa un inno generazionale grazie alla sua comicità dissacrante.

Remo Remotti muore il 21 giugno 2015, lasciando un’eredità culturale vasta e sfaccettata. La sua figura resta quella di un artista fuori dagli schemi, capace di raccontare la vita con sfrontatezza e verità, senza mai cedere al conformismo.

Remotti ha incarnato lo spirito ribelle e creativo di Roma, attraversando le contraddizioni del suo tempo con ironia e autenticità. La sua opera, che abbraccia diversi linguaggi espressivi, continua a parlare a chiunque cerchi un’arte che non abbia paura di essere libera e sincera. Un uomo che, in tutte le sue incarnazioni artistiche, ha saputo rappresentare il lato più autentico e dissacrante dell’Italia del Novecento.