Editoriale – Si insiste senza tregua nel puntare il dito sulla sicurezza dei viadotti A24 e A25, e mentre Strada dei Parchi non sa più come dire che “in condizioni normali sono SICURI”, con comunicati, relazioni e quant’altro prosegue l’azione di allarmismo che parte da tv nazionali e si estende ad interviste di datati ingegneri. Dal ministero hanno praticamente imposto a scopo cautelativo la “regolazione del traffico pesante”, che riguarda 87 viadotti sulle direttrici Roma-Teramo e Roma-Pescara. Ma che significa “regolazione”? non di certo che non possano transitare, ma ci sono solo delle restrizioni comportamentali per i pullman e Tir i quali dovranno seguire determinate indicazioni obbligatorie. Il decorticamento superficiale dei piloni, non incide sulla sicurezza. Questo dice Strada dei Parchi costretta a ricorrere in Procura per ottenere un fantomatico sblocco di fondi già disponibili ma non utilizzabili per il completamento dei lavori. E’ storia recente, quella relativa ai disagi per i lavori sugli stessi viadotti “antiscalinamento”, tanto che gli automobilisti si lamentavano per i disagi in correlazione alle tariffe aumentate, rallentamenti causati dai lavori ecc.ecc. Ora le tariffe sono state abbassate e se la società concessionaria, alla luce di quanto accaduto a Genova si prende la responsabilità di affermare che la tratta è in sicurezza non credo siano nella condizione di voler/dover rischiare la loro pelle mettendo a repentaglio quella degli altri. Senza tenere conto che prendere l’autostrada non è certo un obbligo. Ma il rischio crollo degli stessi viadotti che sovrastano diverse aree del centro abitato e della medesima Tiburtina imporrebbero quindi anche la chiusura delle strade Anas? E dunque per evitare che ci cada il vaso in testa da un balcone non andiamo a passeggiare sui marciapiedi?. Troppo protagonismo e allarmismo gratuito dispensato alle masse che abboccano a servizi shock che con questo allarme devono elevare il loro audience e proabilmente con forte elevazione dei cachet economici di spettanza per quanti producono tutta questa attenzione. Senza poi ricontare coloro che hanno in mente di candidarsi da qualche parte e utilizzano i viadotti per far vedere che sono bravi a tutelare la sicurezza pubblica. Tutto questo è sicuramente molto comico, allarmante invece sotto il profilo di un procurato allarme ingiustificato. E tutti questi geni, datati che fuoriescono dai loro armadi impolverati di progetti vecchio stampo che dispensano valutazioni parimenti allarimistiche magari dopo essere solo stati progettisti di edilizia popolare. Orbene torniamo a ribadire che una eventuale chiusura della tratta autostradale (che non trova al momento alcun elemento di valutazione) sarebbe una vera e propria apocalisse per l’Abruzzo e le zone interne del Lazio. Quindi non le spariamo a cuor leggero. Chi ha paura non prenda le autostrade si metta in comodo viaggio ad andatura panoramica sulle Tiburtine e per cortesia ci faccia viaggiare sereni.