“Amate sempre, è l’unica cosa che conta”: intervista a Andrea Shaw, autrice di “Non era ancora il momento giusto”
Il 9 settembre del 2002, durante il lieto evento che tiene banco a Palazzo D’Accursio, in piazza Maggiore a Bologna, Paola, ironica segretaria di Stefano, farà una scoperta che cambierà per sempre uno scenario iniziato trent’anni prima, e il presente diventa un passato scritto con maggiore consapevolezza. Il punto di partenza è la sua sofferta scelta. E’ il 1972: lei è una giovane donna che si scopre incinta. Sentendosi costretta a salvaguardare il suo futuro e quello del suo bambino, fugge dalla sua città, da una famiglia tradizionalista e da Mauro: fidanzato storico e playboy immaturo e sventato, dalla vita dissoluta.
Ma chi è il padre del suo bambino? Sola e senza un uomo su cui contare si trasferisce a Ravenna, dove un filo sottile e invisibile lega il suo destino, e quello della figlia Daisy, a Katiuscia, Cinzia, Silvana e Paolo, nel corso delle diverse stagioni delle loro vite. Ritornano i protagonisti di “Il momento giusto” che hanno creato una famiglia intorno a Katiuscia, quando per tutti loro non era ancora il momento giusto. Da Rimini e Ravenna le loro vite si intrecciano per poi finire nella città dei portici e delle torri che li accoglie come una madre. Di nuovo storie d’amore e d’amicizia, incontri e scontri casuali per locali e vie bolognesi, ma per arrivare a riconoscersi e a ritrovarsi davvero occorrerà superare alcuni ostacoli. Particolarmente uno, di nome Mauro.
Andrea Shaw, bolognese d’adozione, come le protagoniste dei suoi romanzi ha vissuto molte vite. Dopo aver lavorato per diversi anni in campo musicale, scrive di musica, di osterie, di amicizia e della sua adorata città, dove vive dal 1995. Ama viaggiare e ha girato mezzo mondo, particolarmente gli Stati Uniti e il Sud Est Asiatico. Adora leggere e usa parlare attraverso la sua passione per la musica, che spazia fra gli anni Sessanta / Novanta. Dopo il successo del suo primo romanzo, dal titolo Il momento giusto, pubblicato in maggio del 2021, ha pubblicato uno Spin-Off per rispondere alla richiesta dei lettori nel dicembre del 2022 dal titolo Non era ancora il momento giusto.
Nel 2023 entrambi i romanzi sono stati selezionati dalla giuria dell’area Self publisher del Salone del libro di Torino. Per l’edizione 2024 del Salone del Libro, Andrea ha candidato il suo terzo libro, ancora inedito, dal titolo Ho sempre scritto d’amore stavolta ho scritto di te. La vera storia dietro a un caso mediatico italiano passando le selezioni anche con questa imminente uscita. Il libro è un Narrative-journalism che tratta del caso mediatico della “Anziana fuggita da una Rsa per vedere il mare”, salito alla ribalta nell’aprile del 2023 e verrà pubblicato il 2 maggio del 2024.
L’idea di scrivere e pubblicare il tuo primo libro nasce da una promessa. Ti va di parlarne?
Con vero piacere, in fondo è la ragione per cui ci troviamo a parlare dei miei romanzi. La promessa fu fatta a una cara amica moltissimi anni prima. Natascia desiderava da sempre veder pubblicate “le mie storie” ma temo che, se fosse ancora con noi, non mi sarei mai decisa a farlo. Purtroppo non è più così e, scrivere qualcosa a cui lei ha partecipato attivamente, è stato, e continua ad esserlo, il modo migliore per far fronte alla sua mancanza, per sentirla ancora al mio fianco.
Che tipo di autrice sei e quale stile narrativo ti contraddistingue?
Mi definirei un’autrice “anomala”. Avendo già lavorato per molti anni in altro campo artistico, ho sempre il sacro terrore di cadere nella stessa trappola: dimenticare che questa è una passione che tale deve rimanere. Scrivo quindi quando ne ho voglia, quando per me è un piacere farlo. Scrivo per i miei lettori. Ho avuto una vita abbastanza movimentata, e continuo ad averla, ma le passioni sono ciò che mi “salva”, sono il mio mondo segreto, la mia “oasi”. Sono anche un’osservatrice attenta delle vite altrui e un’attenta ascoltatrice, questo mi aiuta a trovare delle storie da raccontare.
Hai definito questo secondo romanzo uno spin-off, cosa può aspettarsi il lettore?
Il lettore del mio precedente romanzo può scoprire la vita dei personaggi che aveva immaginato e imparato ad amare; può entrare in un’epoca precedente, che ha poi portato al benessere e alla spensieratezza degli anni Novanta, protagonisti incontrastati del romanzo di esordio, in quanto anni da me amati in maniera particolare, probabilmente gli anni che ho preferito.
Parlaci della protagonista, che tipo di personaggio è e cosa la rende unica?
Ciò che distingue Paola, integerrima segretaria di Stefano del romanzo primario, è l’ironia, la capacità di cambiamento, la testardaggine e la tenacia nel riuscire nel suo ruolo di madre single. Si dice che “dietro a un grand’uomo c’è sempre una gran donna”, vero o meno, Paola è la gran donna dietro ai protagonisti di entrambi i romanzi di questa collana.
Non era ancora il momento giusto è un titolo che racchiude attese, desideri, lotta con i fantasmi del passato: cosa ci suggerisce la storia e i personaggi che hai creato?
Che c’è un “momento giusto” per ognuno di noi, ma non sempre è quello che “lo sembra” o che ci viene imposto dai “canoni” della nostra società, né in quel preciso momento in cui ce lo aspettiamo o ne abbiamo desiderio. Per i miei personaggi, che si erano già tutti precedentemente incontrati, quel momento non era ancora arrivato.
Ti va di parlarci delle tematiche presenti e del messaggio custodito nell’opera?
Il messaggio che considero più importante è quello di non mollare mai. Non importa da dove vieni e attraverso quali vicissitudini sei dovuta passare, il segreto è davvero volerlo. E con chi intendi fare questo percorso, quale “famiglia” vorrai intorno a te. I miei personaggi scelgono sempre “un gruppo di amici che diventa famiglia”. E non è un caso. In questo romanzo c’è la scelta, tormentata e difficile, di una madre “per caso” che sceglie la via più difficile per garantire un futuro alla figlia. Una scelta d’amore quindi e, in linea generale, l’amore in tutte le sue forme caratterizza ciò che scrivo nei miei romanzi, anche se l’ultimo, si intitola proprio “Ho sempre scritto d’amore stavolta ho scritto di te” e tratta di tutto l’opposto. Per finire comunque sempre all’amore, quello per sé stessi e per la vita.
E’ proprio questo il messaggio principale che voglio dare ai miei lettori: amate, sempre. Voi, le persone che incontrate. E’ l’unica cosa che conta.
Come autrice quale è stato il momento più emozionante per te?
Poter vedere il sogno di Natascia realizzato, così da poterla tenere ancora qui con noi. Lei è qui, sulla carta che prende forma. Per me è stato come averle dato una “nuova vita terrena”. Un’altra grande emozione è stata parlare coi lettori che si sono affezionati alle mie storie e ai miei personaggi.
Stai lavorando al terzo volume o hai altri progetti che stanno prendendo forma?
Il terzo volume di questa storia è già nella mia testa da tempo ed è un progetto che intendo realizzare presto. I miei lettori la desiderano e io sarò ben felice di accontentarli, perché amo il “mio” gruppo di amici creato coi personaggi. Al momento, però, ho “ricevuto una chiamata”: quella di scrivere “La vera storia dietro a un caso mediatico italiano” – sottotitolo del titolo menzionato prima – nato intorno alla storia di un’anziana “fuggita dalla Rsa per rivedere il mare”. Storia che è molto diversa da ciò che è stato riportato dai media nazionali. Questa mia nuova pubblicazione, a differenza delle precedenti che sono delle Auto-Fiction, è un Narrative-Journalism che, oltre a contenere una parte giornalistica che affronta l’intera storia vera del caso mediatico, contiene anche diversi dei “messaggi subliminali” prima “nascosti” nei miei romanzi di narrativa.
Verrà pubblicato il 2 maggio, spero che verrà letto da chi è in cerca di risposte reali, da chi desidera comprendere cosa ci sia realmente dietro la macchina dell’entertainment nazional-popolare, a discapito delle persone coinvolte.
Grazie per avermi ospitato con voi.