La mummia del faraone Amenhotep I, l’unica al mondo ancora mai spogliata delle sue bende originali, è così fragile e preziosa che gli archeologi non hanno mai osato esporre i suoi resti. Oggi però, grazie alla nuova tecnologia di tomografia computerizzata tridimensionale, è stato possibile scoprire di più riguardo cosa celassero quelle decorazioni con ghirlande di fiori e l’affascinante maschera facciale in legno. I ricercatori, guidati da Sahar Saleem, professoressa di Radiologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università de Il Cairo e radiologa dell’Egyptian Mummy Project, sono così venuti a conoscenza dell’aspetto del faraone. Svelandone digitalmente il corpo, gli egittologi hanno infatti rivelato che Amenhotep I aveva 35 anni quando è morto, era alto 169 centimetri, aveva un mento stretto, il naso piccolo, i capelli ricci, era circonciso e aveva cranio e denti in ottime condizioni.
Il “restauro” ad opera sacerdotale nel XI secolo a.C.
L’attuale bendaggio della mummia non è però riconducibile alla sua prima sepoltura. Si ritiene infatti, stando a quanto testimoniato da iscrizioni geroglifiche, che nel corso dell’XI secolo a.C., sacerdoti e imbalsamatori riportarono alla luce la mummia. L’intento era quello di effettuare alcune riparazioni volte a sistemare danni provocati, un po’ sullo stile di alcuni giochi online come Tomb Raider, da antichi ladri di tombe che imperversavano ai tempi. Dopo la sua messa a nuovo, il corpo del faraone fu riavvolto nelle sue fasciature e nuovamente seppellito.
La sovranità di Amenhotep I
Il faraone Amenhotep I, successore di Ahmose I fu il secondo sovrano d’Egitto della XVIII dinastia e governò per circa 21 anni, dal 1525 al 1504 avanti Cristo. Il periodo durante il quale fu regnante è noto per essere stato per lo più pacifico e particolarmente prospero per l’Egitto, vedendo sorgere molti nuovi templi. In seguito alla sua morte, il faraone fu poi venerato come un Dio insieme alla madre Ahmose-Nefertari.