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Amianto: il Lazio tra le regioni più colpite con 500 decessi nel 2024

Roma, 28 aprile 2025 – “Oggi è la Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto e la strage continua. Più di 200.000 mila decessi nel mondo, 7000 mila solo nel nostro paese nell’ultimo anno, e il bando globale dell’amianto che semina morte è ancora una utopia” – rileva Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, che evidenzia – “Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le Istituzioni”. E aggiunge: L’Italia ha messo al bando l’amianto nel 1992. Ma l’amianto non ha ancora messo al bando l’Italia. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. Nel ricordo vivo di tutte le vittime dell’amianto, la Regione Lazio si dimostra fortemente impegnata con azioni concrete di bonifica, prevenzione e sensibilizzazione, a trasformare il dolore del passato in responsabilità e tutela per il futuro”.

Nel Lazio più di 500 decessi nel 2024, di cui circa 100 per mesotelioma200 per tumore del polmone e il restante numero per altre patologie asbesto correlate. E’ tra le regioni italiane maggiormente colpite dalla presenza di amianto, una minaccia silenziosa che ha inciso profondamente sul territorio e sulla salute dei cittadini. Di fronte a questa eredità ambientale complessa, la Regione ha scelto di agire con determinazione mettendo in campo un piano articolato di prevenzionebonifica e sensibilizzazione, con un obiettivo chiaro: proteggere la salute dei cittadini e costruire un futuro più sicuro. Tra le azioni principali, spicca l’attuazione del Piano Regionale Amianto, che guida gli interventi di mappaturarimozione e smaltimento in linea con le normative nazionali ed europee. A supporto di questo percorso, opera il Centro di Riferimento Regionale Amianto (CRRA), con sede presso la ASL di Viterbo, che coordina le attività tecnico-scientifiche sul territorio. La Regione impone inoltre l’obbligo per le imprese di segnalare ogni anno le attività legate all’amianto, rafforzando il monitoraggio e la trasparenza delle operazioni di bonifica. Inoltre, sostiene campagne di informazione rivolte ai cittadini e percorsi di formazione specializzata per i professionisti del settore, affinché ogni intervento sia eseguito nel rispetto della sicurezza e dell’ambiente.

Nonostante l’assenza di discariche autorizzate sul territorio regionale, sono attive piattaforme di stoccaggio provvisorio che permettono la gestione sicura dei materiali rimossi, in attesa del conferimento in impianti fuori regione.

Con queste azioni, la Regione Lazio conferma il suo impegno concreto che guarda al risanamento ambientale come investimento responsabile per la salute delle generazioni presenti e future, e per voltare pagina su una delle emergenze ambientali più gravi del secolo scorso.

Dati di incidenza del mesotelioma in Italia nel 2024:

–          mesotelioma2000 casi, con indice di mortalità del 93% a 5 anni;

–          tumore del polmone, con riferimento ai casi di esposizione ad amianto: 4000 casi, con indice di mortalità dell’88% a 5 anni;

–          asbestosi: 600 casi, indice di mortalità del 25% a 5 anni;

–          altre malattie asbesto correlate, comprese placche pleuriche, ispessimenti pleurici, stato fibrotico/infiammatorio polmonare e/o pleurico: 10.000 casi con indice di mortalità del 20% a 5 anni.

L’emergenza inquinamento in Italia, anche tenuto conto degli altri agenti patogeni e cancerogeni è drammatica con un preoccupante ritardo delle bonifiche: più di 40 milioni di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto, assenza di una mappatura completa, mancata attuazione per larga parte della legge 257/92. Sono stati censiti ufficialmente in Italia circa 100.000 mila siti. Dalle stime dell’ONA invece, ci sono circa 1 milione di siti e micro siti con amianto, e ci sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto.

L’amianto è ancora tra noipresente in migliaia di edifici pubblici e privati, scuole, ospedali, treni, tetti, tubature.

Allarme scuola: l’O.N.A. continua a ricevere segnalazioni di nuove scuole con amianto, perfino asili nido, scuole materne ed elementari. Nel passato è stato usato DAS con amianto, e questo ha esposto ancor di più, in particolare le maestre di asilo e elementari fino al 1993, contenente il 30% di crisotilo. Sono arrivate le segnalazioni di 4 casi di mesotelioma nel personale docente solo in queste ultime settimane, e per di più altri casi di segnalazioni di tecnici ovvero professori di educazione tecnica e/o similari per l’uso del minerale all’interno degli strumenti dei laboratori, specialmente nelle scuole di avviamento professionale.

Emergenza negli ospedali. L’Osservatorio ha ricevuto segnalazione per la presenza di amianto in più di 250 ospedali (stima per difetto, perché la mappatura è ancora in corso).

Ed ancora la nostra rete idrica rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature (stima ONA), inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali (tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992 quando il minerale veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive).

Ma la situazione è critica a livello globale, nel mondo soltanto 62 Paesi hanno posto al bando l’amiantomolti Stati, come RussiaIndia e la Cina, solo per citarne alcuni, continuano a produrre materiali contenenti la fibra killer e li commercializzano, alcune volte anche in Italia. L’ONU, nelle sue stime, tiene conto soltanto dell’asbestosi, del mesotelioma e del cancro del polmone, mentre invece ci sono tutte le altre patologie già contemplate nelle Monografia della IARC (International Agency for Research on Cancer), tra le quali il cancro della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon e delle ovaie.