Trascorrere una serata al Gianicolo – magari a uno degli eventi dell’Estate Romana – può essere una buona occasione per godersi un po’ di fresco, ammirare il celebre panorama e fare anche una passeggiata fino al Monumento ad Anita Garibaldi.
La sua particolarità? È uno dei pochi a Roma dedicati a un’eroina della nostra storia che non sia né santa né dea.
A farle compagnia tra i busti dei garibaldini, quello di una sola altra giovane donna, Colomba Porzi Antonietti: entrambe indossarono abiti maschili e combatterono in battaglia, in nome di ideali patriottici e armate soprattutto di coraggio.
Il Monumento ad Anita Garibaldi, inaugurato nel 1932, sarà ristrutturato con fondi Pnrr.
Chi era Anita Garibaldi
La sua vita fu breve e avventurosa come poche altre.
Nata in Brasile, con indole ribelle e indomita sin da bambina, alla morte del padre vive in povertà e a soli 14 anni viene data in sposa al primo marito, molto più grande di lei.
Nel 1839 conosce Giuseppe Garibaldi e decide di combattere nelle battaglie per l’indipendenza e la libertà del Brasile.
Diede prova di valore in diverse circostanze: nella battaglia a Laguna dove corse grandi rischi per portare in salvo delle munizioni, nella battaglia a Curitibanos, quando venne fatta prigioniera dalle truppe imperiali brasiliane ma non si diede per vinta, rubò un cavallo e scappo via nella selva. E poi nella battaglia di San Antonio in Uruguay. E ancora quando invece di restare al sicuro a Nizza, anche se incinta del quarto figlio, volle raggiungere Garibaldi a Roma che era stata proclamata la Repubblica.
Rimase al fianco del marito anche quando Roma cedette all’assedio del 1849, ma non sopravvisse alla fuga verso Venezia: a soli 28 anni, il 4 agosto, si spense per stenti e malaria nella fattoria del patriota Guiccioli a Mandriole di Ravenna.
Il monumento celebrativo
Il Monumento ad Anita Garibaldi ha avuto una genesi piuttosto articolata.
La decisione di erigerlo arrivò in occasione del centenario della nascita dell’Eroe dei due mondi,nel 1907, ma tutti i bozzetti presentati dagli artisti, sia i primi 43, sia quelli elaborati successivamente su invito della commissione di esperti, vennero scartati.
Il progetto rimase in stand by, fino all’aprile del 1928, quando l’artista Mario Rutelli, bisnonno di Francesco, l’ex sindaco di Roma, fu scelto da Mussolini per erigere il monumento, in vista delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della morte di Garibaldi, nel 1932.
Una guerriera al galoppo
Nel bozzetto originariamente presentato nel 1929 alla Presidenza del Consiglio Anita viene rappresentata impavida, in sella al suo cavallo lanciato al galoppo e armata, nell’atto di brandire una pistola stretta in pugno. Ma la guerriera doveva essere anche madre e così, pare su idea dello stesso Mussolini, le venne aggiunto in braccio il figlio Menotti.
Il basamento in travertino è decorato con quattro pannelli di bronzo che raffigurano in altorilievo alcuni episodi: Anita che guida i garibaldini durante la battaglia di Curitibanos; la donna che osserva i combattenti; Anita che cerca Garibaldi sul campo di battaglia tra i caduti e, infine, il marito che la trasporta morente tra le braccia.
All’interno del monumento, che fu inaugurato nel 1932 con una cerimonia documentata dai filmati conservati presso l’Archivio Luce di Cinecittà, è presente anche il loculo con i resti di Anita.
Il restauro con fondi Pnrr
Dopo il Monumento a Giuseppe Garibaldi, sottoposto a un lungo intervento di restauro e restituito alla città nel febbraio dell’anno scorso, grazie ai fondi del Pnrr partiranno anche i restauri della statua equestre di Anita Garibaldi e del Mausoleo Ossario Garibaldino.
Per il Monumento ad Anita Garibaldi sono in corso le procedure di gara. In programma, oltre alla ripulitura delle superfici bronzee e di quelle in marmo, anche interventi di verifica delle condizioni interne del cavallo bronzeo e di sostituzione delle strutture di supporto provvisorie. Tutte operazioni che consentiranno di mettere in sicurezza e garantire l’integrità dell’opera a lungo termine.
Il busto di Colomba Porzi Antonietti
Percorrendo il viale costellato di platani della Passeggiata del Gianicolo ci si imbatte anche nell’unico busto tra i garibaldini dedicato a una donna, Colomba Porzi Antonietti. Dai pochi documenti su di lei, emerge la figura di una giovane che condivide con il marito ideali di libertà e fratellanza, sfida le convenzioni per partecipare a marce e combattimenti e lo vede cadere per mano dei francesi. Lei stessa spirò tra le braccia di Garibaldi.
«Intorno all’immagine di mia madre desidero che siano riunite quelle di altre donne il cui nome mio padre pronunziava sempre con rispetto e ammirazione. Per esempio Caterina Sagurana, che difese così eroicamente la diletta Nizza; Adelaide Cairoli, che affidò a Lui tutti i suoi figli per la grande causa della Patria; Giuditta Tavani Arquati che si sacrificava in risposta al Suo grido “Roma o morte”» si legge in una lettera che nel 1907 Ricciotti Garibaldi* inviò ai giornali quando si iniziò a progettare il monumento celebrativo in onore della madre, Anita. Ma la richiesta non venne assecon