Tivoli – Nell’assemblea civica riunita ieri a palazzo San Bernardino il Consiglio comunale ha approvato il rendiconto di gestione del 2019. A favore del provvedimento hanno votato i 16 consiglieri della maggioranza; contrari i cinque consiglieri di Pd e Lega, astenuti i consiglieri di M5s e Fdi.
Nove gli emendamenti totali presentati: approvati i due della maggioranza e bocciati i sette delle opposizioni.
Il risultato di amministrazione dell’esercizio 2019 conta un disavanzo di 42.452.465 milioni di euro, derivante dalla somma dell’accertamento straordinario dei residui del 2015 e dal calcolo dell’Fcde con il metodo ordinario, come per legge computato nel rendiconto 2019. L’applicazione del metodo ordinario per il calcolo dell’Fcde (fondo crediti di dubbia esigibilità) ha comportato un ulteriore disavanzo di 19.065.214 milioni, che potrà essere ripianato in massimo 15 quote annuali d’importo pari a 1.271.014 milioni di euro a partire dal 2021, secondo le modalità previste l’articolo 39-quater del ‘decreto milleproroghe 2020’.
Il risultato di amministrazione presenta un accantonamento per fondo rischi contenzioso per un milione di euro, determinato secondo le modalità previste dal principio applicato alla contabilità finanziaria per il pagamento di potenziali oneri derivanti da sentenze.
Lo stato patrimoniale si chiude con un patrimonio netto di 68.439.502 milioni e un fondo di dotazione di 5.408.322 milioni.
L’assessora al Bilancio Maria Rosaria Cecchetti ha rimarcato la sobrietà del rendiconto di gestione: “Non siamo stati protagonisti di alcuno spreco. Questa amministrazione non vuole crearsi alibi, tutti conosciamo lo stato delle casse comunali. Ringrazio i consiglieri che nelle commissioni e in aula hanno mostrato spirito di collaborazione: quello con cui occorrerebbe sempre affrontare la discussione su provvedimenti cruciali per il Comune e importanti per la collettività. La situazione finanziaria non è rosea; il disavanzo che ci attendevamo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui effettuato nel 2015 dal Comune di Tivoli, era di 23.387.251 milioni. L’applicazione del metodo ordinario per il calcolo del fondo crediti di dubbia esigibilità, ha comportato un’aggiunta di circa 19 milioni da considerare, secondo la legge, a partire dal rendiconto 2019. Il primo accertamento risalente al 2015, ammontava a 28 milioni, da ripianare in 30 anni, con una quota annuale da accantonare di 935mila euro. Quest’ultimo adempimento di 19 milioni da ripianare in 15 anni, comporta invece una quota annuale di 1,2 milioni di euro, che si somma alle spese obbligatorie del bilancio di previsione, il quale avrà margini bassissimi per le scelte discrezionali”.
Una delle principali criticità del Comune sta oggi nella capacità d’incasso di somme dovute: l’assessora Cecchetti ha rimarcato che “stiamo lavorando alla riorganizzazione dell’ufficio tributi, un percorso di ottimizzazione già avviato, portando l’ufficio Tari all’interno dell’ufficio tributi e che sarà in attività già nei prossimi giorni. Vengono riuniti, in questo modo, tutti i servizi per dare ai cittadini risposte più veloci in un’unica sede. Il passo successivo sarà uniformare i processi informatici, permettendo una condivisione delle banche dati del Comune”.
Per quanto riguarda la quota d’investimento a disposizione del Comune, Cecchetti ha ricordato che “l’amministrazione Proietti ha istituito un assessorato che si occupa di studiare e percorrere i bandi pubblici per avere a disposizione maggiori risorse provenienti da enti sovraordinati (Regione, Stato, Unione europea) sia per le attività ordinarie, sia straordinarie”.