Autista Atac guarda un film mentre guida l’autobus: sospeso dal servizio
Un utente ha denunciato l'accaduto su Twitter - con tanto di video - e l'azienda è prontamente intervenuta prendendo provvedimenti contro il dipendente
ROMA – Un video che non ammette obiezioni. Una denuncia sui social network. E l’immediato intervento dell’azienda, che sospende il suo dipendente. Si può riassumere così la vicenda che ha visto, suo malgrado, protagonista un autista Atac di Roma.
Come racconta l’utente Ugo Quinzi su Twitter, “stamattina sul 32 partito da Saxa Rubra alle 06:12 (vettura 2236) il conducente, da un piccolo schermo posto alla sua estrema sinistra, durante la guida s’è guardato un film. Ho ripreso vari minuti di questo spettacolo, li posto per far conoscere al mondo la vergogna romana”.
L’INTERVENTO DI ATAC E LA SOSPENSIONE
Considerata la quantità di dettagli fornita dall’utente, per Atac non è stato difficile risalire al conducente alla guida del mezzo. “Stiamo gia intervenendo, e come in altri casi in passato applicheremo con severità quanto previsto dalle norme – fa sapere in un primo momento l’azienda dei trasporti – Far cessare questi comportamenti è il primo obiettivo che ci poniamo per ripristinare il corretto valore al servizio che rendiamo. Si tratta di pochi casi che danneggiano tutta la categoria. La maggior parte degli 11mila dipendenti di Atac interpreta correttamente il proprio ruolo”.
Poi, in un successivo comunicato, Atac informa che “è stato già sospeso dal servizio e dalla paga l’autista della linea 32 che questa mattina è stato ripreso da un passeggero mentre guardava un film alla guida dell’autobus. Atac si è istantaneamente attivata per identificare, interrompendo il turno di guida, l’autista protagonista di tale comportamento inqualificabile. Eventi come questo danneggiano tutta l’Azienda, con il rischio che il comportamento corretto della maggior parte degli 11 mila dipendenti venga inquinato da pochi irresponsabili. Per questo Atac non tollererà e non giustificherà in alcun modo condotte non in linea con i corretti principi del servizio pubblico che è tenuta a svolgere”, conclude l’azienda. (www.dire.it)