Con il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri entrato in vigore dal 3 novembre 2020 è arrivato un inasprimento delle misure per il contenimento della pandemia di Covid-19. Quale che sia il tipo di lockdown, nelle zone rosse, arancioni e gialle è obbligatorio seguire determinati comportamenti.
La mascherina protettiva si conferma il metodo ad oggi più efficace per evitare il contagio, per questo la sua obbligatorietà è stata estesa a tutti i luoghi all’aperto: strade, piazze, parchi pubblici e centri storici, anche dove è rispettata la distanza di sicurezza di almeno un metro e durante l’attività motoria. Cosa rischia chi non indossa la mascherina, è stabilito nei recenti DPCM e ordinanze locali. La multa oscilla da 400 a 1000 euro che può essere aumentata in caso di violazioni reiterate, a discrezione delle Forze dell’ordine. Per questa violazione non ci sono conseguenze penali, si tratta, infatti, di una sanzione di tipo amministrativo e, come tale, può essere pagata in misura ridotta del 30% entro 5 giorni dalla notifica. Se a non indossare la mascherina protettiva sono i ragazzi sotto i 14 anni, la multa sarà a carico dei rispettivi genitori o tutori. Rischia la sanzione anche chi indossa la mascherina sotto il mento o lascia scoperto naso o bocca. La stessa sanzione si applica a chi viola il coprifuoco, il divieto di assembramento o di distanziamento sociale.
Uscire senza autocertificazione non comporta il rischio multa che però verrà elevata se non si ha una motivazione valida per stare in giro. Se si esce di casa per andare a trovare un amico durante il coprifuoco o senza giustificazioni se si abita in zona rossa, al posto della multa scatterebbe il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale, punito con la reclusione da uno a sei anni. Uscire di casa se si è positivi al Covid, contagiando altre persone, potrebbe invece far scattare il reato di epidemia colposa che prevede una pena da sei mesi a tre anni.
Negli altri casi, chi non rispetta la quarantena rischia la reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un’ammenda da 500 a 5.000 euro.
Quando e come si possono contestare? Chi ritiene di aver subito una multa ingiusta può fare ricorso secondo le vie ordinarie, come previsto per le contravvenzioni stradali: entro 30 giorni dinanzi al giudice di pace oppure entro 60 giorni dinanzi al prefetto. Tuttavia, chi paga la multa tempestivamente beneficiando dello sconto perde il diritto a presentare il ricorso. Stesso importo e metodo di contestazione per chi viola la distanza di sicurezza di almeno un metro e il generico divieto di assembramento.