Roma ”Bisogna sbloccare i 6 miliardi di euro per la messa in sicurezza antisismica e secondo le ultime normative, delle autostrade A24 e A25, di cui almeno 4 sono già disponibili come finanza pubblica e gli altri due sono di competenza della concessionaria con l’approvazione del nuovo piano economico e finanziario, non rinnovato dal 2012. Siamo l’unica infrastruttura in Italia che ha tre commissari, due dei quali hanno terminato il loro lavoro, su 280 km di autostrada e nonostante tutto sia stato definito, è incredibile che non si riesca ad evere la decisione”. Così Mauro Fabris, il vice presidente di Strada dei Parchi, la società del gruppo industriale abruzzese Toto, concessionaria delle autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25, intervenendo al dibattito sulle infastrutture nell’ambito di Abruzzo economy summit, la conferenza regionale sui temi dell’economia, della crescita e dello sviluppo che si è conclusa a Pescara.
Il piano economico finanziario e il mega progetto di messa in sicurezza, previsto nella legge di stabilità del 2012 nella quale, a seguito del terremoto dell’Aquila del 2009 le due arterie si considerano strategiche in caso di calamità naturali, sono al palo da anni.
“Non può esserci – ha continuato Fabris – ripresa economica senza collegamenti adeguati, in Italia c’è un deficit infrastrutturale di circa 10 miliardi di investimenti all’anno e questo rappresenta una pesante penalizzazione e un costo per le aziende che operano in Abruzzo e in generale nel Mezzogiorno. In Abruzzo oggi l’unica infrastruttura che collega l’Adriatico con il Tirreno è l’autostrada dei Parchi da noi gestita. Per potenziare la ferrovia Pescara-Roma ci vorrà molto tempo e ingenti investimenti. Mentre quello che si deve fare per l’autostrada, infrastruttura realizzata a partire dagli anni ’60, è chiaro a tutti e lo si deve solamente fare. Tenuto conto che la A24 e la A25 corrono sui territori a più alto rischio sismico in Italia, e quindi va ammodernata per prevenire non solo il rischio sismico ma anche i rischi dell’attraversamento della fauna selvatica -spiega ancora il vice presidente di Sdp -.Ricordo a tutti che se finalmente cominciassero i lavori si creerebbero decine di migliaia di posti di lavoro per i prossimi 10 anni e questo, a prescindere da chi le gestisce, sarebbe una ricaduta importante per tutto il territorio. Continuiamo a sperare che tutto ciò possa essere compreso da tutta la classe dirigente, non solo della politica ma anche delle associazioni economiche. Oggi le infrastrutture sono inadeguate, non servono all’abruzzo per la ripartenza di cui si parla”.