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Benzina, Federcontribuenti: “60 cent/litro in più su autostrade, serve monitoraggio authority e fine monopolio”

ROMA, 20 GENNAIO – ”Il fatto che i carburanti in autostrada costino mediamente più cari rispetto a quelli venduti fuori dalle aree autostradali, fino a 60 centesimi in più per litro, è un fenomeno che dipende da una serie di fattori legati principalmente alle concessioni autostradali e alla gestione delle stazioni di rifornimento all’interno delle aree di servizio.  L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e altre autorità di regolamentazione devono monitorare tale situazione e intervenire per questi abusi di posizione dominante o pratiche commerciali sleali”. Lo afferma, in una nota, il Presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella ricordando come le societa’ concessionarie autostradali  sono in gran parte private e guadagnano non solo dalle tariffe per il pedaggio, ”ma anche dalle attività commerciali all’interno delle stazioni di servizio, come appunto la vendita di carburante. Queste aree di servizio lungo le autostrade sono, infatti, gestite da privati, ma con contratti di concessione pubblica”. Ma, fa presente Paccagnella, se e’ vero che la società concessionaria ha il diritto di stabilire i prezzi, in parte, basandosi sulle spese e sugli investimenti necessari per la gestione delle aree, e’ anche vero che ”le stazioni di servizio autostradali si trovano in posizioni di monopolio in cui i clienti non hanno alternative vicine, quindi la domanda di carburante è relativamente inelastica. Questo crea una condizione di mercato favorevole per le compagnie petrolifere e le concessionarie autostradali ma sfavorevole al contribuente che si vede ‘costretto’ al prezzo piu’ alto senza alcuna alternativa in quanto c’e’ una minore concorrenza con i distributori di carburante che applicano margini di profitto elevatissimi”.  Secondo Federcontribuenti, se non ci sono altre ”strade alternative per le tasche degli automobilisti italiani”, sarebbe piu’ opportuno ”favorire una maggiore concorrenza nelle aree di servizio autostradali, permettendo magari a piu’ operatori di entrare nel mercato e abbassare cosi’ i prezzi. In ogni caso questi prezzi sono contro ogni logica, in teoria le autostrade dovrebbero essere un porto franco ove i carburanti dovrebbero essere scontati – conclude Paccagnella – in quanto le compagnie autostradali incassano i pedaggi di opere, le autostrade stesse, pagate dai contribuenti”.