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Blocco della A24 per la manifestazione in difesa dell’Ospedale di Subiaco; oggi terza udienza al Tribunale di Tivoli

manifestazione vicovaroValle Aniene – Una vicenda che sembra non finire mai, e quindi  stamane torneranno alla sbarra i 62 imputati per l’azione di protesta messa in atto contro il forte ridimensionamento dell’Ospedale Angelucci di Subiaco. E’ prevista infatti presso il Tribunale di Tivoli la terza udienza del processo che vede imputate 62 persone accusate di aver bloccato il traffico dell’autostrada A24 all’altezza del casello Vicovaro –Mandela in direzione Roma nella mattinata del 28 settembre del 2010.

Alla protesta, come è noto,  parteciparono centinaia di persone, ma solo 62 di esse vennero identificate e successivamente rinviate a giudizio; tra queste spiccano anche molti amministratori, come il Presidente della X Comunità Montana e tanti sindaci dei Comuni della Valle dell’Aniene che scesero i campo insieme ai loro concittadini per difendere il diritto alla salute degli abitanti di un territorio già gravemente funestato da recessione economica e tagli dei servizi di altra natura, come quelli scolastici, degli uffici postali, e per ultimo, delle corse operate dal Cotral.
Una vicenda che ormai si trascina da qualche anno. La prima udienza infatti ci fu nel novembre del 2014 e la seconda nel mese di giugno dello scorso anno.
In quell’occasione la società Strada dei Parchi SpA, gestore dell’autostrada A24, annunciò di volersi costituire parte civile e di chiedere un risarcimento per i danni subiti pari a 30mila euro. Ma l’azione di protesta, sebbene assai forte, non fece cambiare idea alla Regione Lazio sulla sorte dell’ospedale Angelucci di Subiaco, unica struttura nosocomiale dell’alta Valle dell’Aniene.
Nella scorsa primavera dopo i reparti di ortopedia, ostetricia ed altri che avevano già chiuso i battenti, è toccato anche al vitale reparto di Rianimazione prendere il volo, per essere trasferito a Colleferro.
Anche in quell’occasione ci fu una protesta, con il presidente dell’Anffas di Subiaco che si incatenò prima nei locali dell’Angelucci mentre stavano portando via le attrezzature di Rianimazione e davanti l’ingresso del Comune di Subiaco in un secondo momento, facendo intervenire i Carabinieri e la Polizia Municipale per dissuaderlo dal proseguire la protesta.
Oggi sarà dunque la giusta occasione per capire  la natura delle decisioni che vorrà adottare il giudice e quindi se verrà punito chi ha scelto di protestare per i propri diritti costretto ad un’azione forte per avere un po’ di visibilità dai media, o se invece verrà riconosciuto un diritto, perché come hanno scritto i manifestanti su un manifesto, “non si processa la difesa dei diritti”.