Carsoli – Nel merito della vicenda relativa al Bar “C’era una volta”, riceviamo e pubblichiamo la nota di replica trasmessa a firma di Carlo Penna e Sara Tatananni relativamente all’articolo Caso C’era una volta a Carsoli; il Sindaco: nessuna persecuzione solo rispetto delle leggi”.
“Non possiamo permettere che il Sindaco, – affermano Carlo e Sara – in veste ufficiale, divulghi una storia che non ci risulta essere tale. Non avevamo dubbi, e l’avevamo preannunciato, che si sarebbe tirata in ballo la legalità per stupire i nostri concittadini e, per farlo, il Sindaco ha raccontato un’altra storia. La nostra Sindaca, a volerle ancora attribuire buone intenzioni, ha memoria breve :
1) Parla, sfoderando impeccabile preparazione, di un atto notarile disatteso. Il Sindaco non ricorda che lei stessa non sapeva se, per attuare la convenzione, si dovesse firmare un atto dal notaio oppure fosse sufficiente la firma del Segretario Comunale, visto che la convenzione parla di atto in forma notarile. Il primo appuntamento per la firma veniva fissato in Municipio, in presenza del Segretario Comunale che, comunque, non firmava nulla mentre avrebbe dovuto farlo.
Per ovviare a questo spiacevole “disguido”, prendevamo un secondo appuntamento , questa volta dal Notaio. Il Comune invece di portare a conclusione l’iter che rendeva esecutiva la convenzione, pensava bene di disdire l’appuntamento, per non fissarlo mai più.
2) Il giorno 21 giugno all’appuntamento fissato per la consegna dei titoli edilizi il responsabile dell’Ufficio Urbanistica partiva per le vacanze, lasciando tutti, Sindaco compreso, esterrefatti. Non ricorda il Sindaco di averlo cercato, in presenza nostra e degli impiegati Comunali, per le firme? Non ricorda neppure di averlo contattato ripetutamente per telefono e di aver tentato di richiamarlo ai suoi doveri senza ottenere risultati? Dimentica persino i commenti fatti con altri e in presenza di tutti ? Successivamente venivano inviati al Responsabile dell’Ufficio Urbanistica anche degli sms, dei quali conosciamo il contenuto, che lo rimproveravano per aver abbandonato una pratica in dirittura d’arrivo, lasciando l’amministrazione nel totale imbarazzo … Nessuno sapeva cosa fare… Sta di fatto che quella firma non è stata mai più apposta.
3) Perché non parla del divieto (imposto dall’ufficio Urbanistica nei nostri confronti) a presentare nuovi documenti rendendo di fatto impossibile qualunque atto conclusivo? Dunque, se mancano dei tasselli, ciò è avvenuto indipendentemente e contro la nostra volontà.
9) Perché il Sindaco non dice che abbiamo affrontato una spesa notevole per mettere a disposizione un bagno pubblico, l’unico anche per disabili facendoci carico di tutti i costi relativi alla pulizia e alla manutenzione ?
4) In merito ad atti fatti dal Comune nel merito del d. lgs 222 del 2016 (rispondeva decorsi i 30 gg.) e del d.p.r. 31/2017 (richiedeva un’autorizzazione paesaggistica non prevista dalla legge) perché il Sindaco tace?
Perché il pagamento del suolo pubblico, relativo alla veranda antistante l’attività, veniva accettato e incassato (come negli anni precedenti ) e poi spuntava dal nulla la contestazione di occupazione abusiva ? La stessa veranda è sempre stata struttura precaria e provvisoria (qualunque perizia tecnica può provarlo!) e in virtù di ciò ha ottenuto le varie autorizzazioni. Ora, improvvisamente diventa oggetto di abuso edilizio per la presunta inamovibilità di alcuni elementi (asserzione priva di fondamento) .
5) In quanto al sequestro, è atto tutt’altro che “indipendente”: come tutti sanno, è stato provocato da un esposto di un autore ben noto (atto trasmessoci dal Comune stesso)
6) Perché viene pubblicata sul sito ufficiale del Comune di Carsoli, una sentenza del TAR a favore del Comune e omette completamente la precedente sentenza a favore di ”C’era una Volta del 15/09/2017? Tale sentenza condanna il Comune anche alle spese ed è peraltro ancora valida, ma il Comune l’ha disattesa con atti contrari. Che ci dice il Sindaco in merito all’accordo che avrebbe voluto concludere con noi il loro primo Avvocato, subito dopo la suddetta sentenza ? Come mai è stato, poco dopo , sostituito ?
8) Il Sindaco parla di “legalita’”, ma ha difficoltà ad esibire la documentazione da noi richiesta per motivi di Giustizia. La legalità è cosa molto seria, almeno per noi, e bisogna fare attenzione quando la si tira in ballo! E’ facile dirsi disponibili a fornire a tutti accesso alla documentazione, come se fosse garanzia di trasparenza, sapendo bene che è talmente copiosa e di difficile lettura , che nessuno ne ricaverebbe notizie certe né utili. Tanti altri fatti sono stati denunciati e la nostra vicenda nasconde dei lati davvero oscuri che certamente non denotano la volontà dell’istituzione locale di ispirarsi “allo sviluppo, alla crescita e al sostegno alle varie iniziative nel comparto produttivo”, come recita il comunicato del Sindaco. E’ solo una recita vuota, mentre il paese sta soffrendo un degrado senza precedenti, non di certo per colpa dei cittadini. Di fronte a tutto ciò il concetto di legalità è completamente privato del suo profondo e nobile significato e siamo noi a voler agire a ogni costo per la sua difesa.
Il Sindaco di Carsoli racconta una storia del tutto parziale, supportata da documenti selezionati ad hoc. Manca completamente la visione d’insieme: è lo stratagemma più utile per cambiare la realtà dei fatti. Ci credete davvero cosi incoscienti da voler commettere abusi proprio sotto il naso del Sindaco e del tecnico? Se non avessimo avuto il loro benestare non avremmo mai osato ! E’ credibile che un cittadino comune corra il rischio di investire illegalmente tutte le proprie risorse? Avete idea di quanto questa situazione possa minare la serenità di una famiglia per bene che vive di onesto lavoro, non occupa nessuna poltrona, lavora anche nei giorni di festa e non percepisce alcuno stipendio ? Non l’abbiamo mai detto, ma non auguriamo a nessuno di vivere un evento tanto importante , come l’attesa di un bambino, a suon di notifiche e vessazioni da parte del Comune.
Non ci sono parole per esprimere i nostri sentimenti, li lasciamo alla vostra immaginazione. E’ tanto facile pagare onerosi compensi a carico dei cittadini per perorare le cause personali, quanto è difficile difendersi soltanto con le proprie disponibilità economiche. Per i fatti accaduti sono state depositate dettagliate querele in Questura.
Per cui, tutti coloro che risulteranno responsabili saranno chiamati a risarcire (speriamo non con i soldi dei cittadini) ogni danno morale e materiale arrecatoci. Noi andremo avanti – concludono Carlo e Sara – perché crediamo ancora nella giustizia e sappiamo che trionferà.”