Carsoli, deiezioni canine abbandonate ai piedi di un terrazzo. Lo sdegno del proprietario: “complimenti per l’educazione”
Carsoli – Continua il problema delle deiezioni canine sparse ovunque in giro per le strade del paese. Questa mattina è toccato a via Risorgimento, una strada piuttosto isolata, dove è più facile compiere opere di inciviltà senza essere colti sul fatto da occhi indiscreti. Dunque, proprio in questa strada sono state trovate alcune bustine contenenti deiezioni canine lasciate giacere ai bordi del marciapiede, in prossimità di un terrazzo che si trova al pian terreno di uno dei condomini.
Uno spettacolo indecoroso e fetido (siamo in estate, e i cattivi odori esalano nell’aria ancor di più). Il proprietario dell’appartamento al pian terreno, dopo essersi accorto dell’anonima malefatta, ha dovuto farsi coraggio e rimboccarsi le maniche – non senza sdegno e disgusto – per ripulire l’altrui sporcizia posta in prossimità del suo terrazzo. Dopodiché, ha lasciato un messaggio ironico ma chiaro davanti al cancello del palazzo, diretto all’anonimo sporcaccione: “GRAZIE DI AVER BUTTATO NEL NOSTRO TERRAZZO LE BUSTINE PIENE DI CACCA DEI VOSTRI AMICI ANIMALI. COMPLIMENTI VIVISSIMI PER L’EDUCAZIONE”
Eppure, chi possiede un amico a quattro zampe dovrebbe conoscere le poche regole del vivere civile: raccogliere le deiezioni e gettarle negli appositi cestini, istallati nelle strade del paese ormai da anni. Basta poco per contribuire al decoro cittadino e fare la propria parte. I nostri amici a quattro zampe non possono ripulire i propri bisogni, dovrebbe essere compito dei proprietari, amanti degli animali e implicitamente anche della natura.
Inoltre, ricordiamolo: chi non getta le deiezioni canine del proprio cane può andare incontro a conseguenze anche gravi, dalla multa all’arresto. Cosa dice la legge? Precisamente l’art. 639 c.p. stabilisce che: ”Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili altrui è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a euro 103 ”.
La pena si fa decisamente più severa se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, come auto, taxi o autobus. In questi casi, il secondo comma dell’art. 639 c.p. prevede la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro .
Nei casi di recidiva, ossia se si commette più volte il fatto, per le ipotesi di cui al secondo comma, la pena prevista è quella della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro.
Perché arrivare a tanto, quando bastano pochi minuti per adempiere al proprio dovere, per il bene proprio e altrui?
Orsù, comportiamoci da persone civili.