Carsoli. La data del 23 agosto è stata da sempre una tappa importante per la storia e la cultura e fede della realtà carsolana. La festa della Santa Patrona, che ha riunito generazioni, che ha visto tornare compaesani emigrati all’estero, gente da ogni dove. Questo appuntamento, nonostante le evoluzioni generazionali è rimasto però sempre abbastanza sentito, una sorta di richiamo per stare tutti insieme ad Agosto, ormai verso la fine dell’Estate e celebrare la ricorrenza.
La storia di Santa Vittoria patrona di Carsoli, può sembrare lontana nel tempo e superata nei fatti che racconta, è invece ancora oggi un prezioso esempio di fede cristiana.
La nostra Santa Vittoria nacque da una nobile famiglia romana intorno all’anno 230. Fu educata nella religione cristiana e, confortata dalla cugina S. Anatolia, fece voto di verginità, respingendo decisamente la richiesta di matrimonio avanzata dal principe Eugenio. Quest’ultimo fece segregare Vittoria nei suoi possedimenti in Sabina, presso Tremula (oggi Monteleone Sabino – RI).
Persistendo però nella sua fede, dopo una vita di sofferenza e solitudine, subì la decapitazione e venne sepolta nella grotta in cui viveva, il 23 dicembre del 250.
Il culto della Santa si diffuse ben presto nell’Italia centrale ed anche a Carsoli; carsolano era infatti l’abate Matteo che eresse l’abbazia dal 1214 al 1228. Santa Vittoria viene raffigurata come “guerriera” probabilmente, come sostengono alcuni, in ricordo della vittoria avvenuta ad opera di Carlo D’Angiò su Corradino di Svevia (a cui è intitolata la piazza antistante la chiesa parrocchiale) ed anche, come sostengono altri agiografi in ricordo della sua lotta contro il male, raffigurato da un drago che perseguitava la popolazione. I resti del corpo della santa sono conservati a Monteleone Sabino, luogo del suo martirio.
Insieme al culto verso il mistero della SS. Trinità e della Madonna di S. Vincenzo, la venerazione per la protettrice Santa Vittoria rappresenta per il popolo di Carsoli un saldo ancoraggio nella lotta contro il male, uno splendido modello di fede vissuta ed una garanzia di salvaguardia per la purezza della fede e dei costumi.
In molti paesi in cui non esiste la libertà di professare una religione diversa da quella di stato, numerosi cristiani ancora oggi subiscono il martirio. La storia della nostra santa si incastona alla perfezione in questo contesto così come nei contesti più vicini a noi, al cosiddetto martirio bianco che ogni cristiano subisce quando si vede additato, giudicato, e quando vede non rispettato il suo sentimento religioso.