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Casa, La città metropolitana di Roma vuole vendere oltre 100 alloggi: scontro con condomini

Roma- E’ scontro tra la Città Metropolitana di Roma e un’ottantina di inquilini del comprensorio (di proprietà dell’ente) che si trova a Roma e si estende tra il civico 8891 di via Trionfale e il civico 15 di via Chiarugi. Qui da alcuni decenni vivono in affitto ex dipedenti dell’allora Provincia di Roma che vorrebbero acquistare gli immobili nei quali sono in affitto e che la Città Metropolitana si appresta a vendere ma, secondo gli inquilini, perseguendo una strada non legittima sotto alcuni punti di vista e penalizzante per i futuri acquirenti.
L’avvocato Stefano Galeani, in rappresentanza di 26 inquilini del comprensorio, ha inviato ieri una diffida all’ente, a partire dal sindaco Roberto Gualtieri e dal vice sindaco Pierluigi Sanna, per bloccare la proposta di delibera relativa alla vendita di questi alloggi. Il legale ha rilevato una serie di fattispecie non regolari nella modalità con cui Città Metropolitana vorrebbe vendere queste case agli inquilini.
“Il comprensorio immobiliare in oggetto venne edificato nei primi anni del 1900 (via Chiarugi) e negli anni 50 da codesto Ente (via Trionfale), interamente con contributo statale a fondo perduto- si legge nella diffida- Il medesimo contributo venne erogato a codesto ente per la costruzione del complesso di via Appia Nuova, 660”. Una sentenza del Tribunale di Roma (1999), della Corte d’Appello (2004) e una della Cassazione (2011) hanno riconosciuto “il diritto degli assegnatari di via Appia Nuova, 660 ad acquistare detti alloggi ai sensi della legge 513/77 e gli stessi ne sono divenuti proprietari”. Quella legge, che secondo l’avvocato Galeani va applicata anche al comprensorio di via Chiarugi-Via Trionfale, prevede “una valutazione dell’immobile da parte dell’Ufficio tecnico erariale” e “un importo di vendita pari a un 50-70% in meno” rispetto al prezzo di mercato che invece la delibera della Città Metropolitana intederebbe applicare.

Poi, “le palazzine di via Trionfale e via Chiarugi necessitano di importanti e costosi lavori di manutenzione straordinaria, già stimati da codesta Città Metropolitana- prosegue la diffida- in centinaia di migliaia di euro” e la proposta di vendita “nel procedere ad una vendita a prezzi di mercato non considera gli urgenti lavori di manutenzione straordinaria”. E perdipiù l’atto che la Città Metropolitana vorrebbe approvare per procedere con le vendite “ribalta sugli acquirenti ogni difformità/irregolarità di carattere catastale e urbanistica e ciò- si legge ancora nella diffida- in spregio di tutte le norme che impongono al venditore di garantire che il bene venduto sia in regola sotto il profilo urbanistico e catastale pena l’inalienabilità dello stesso”.

Gli inquilini si sentono non solo oggetto di un trattamento “peggiore di quello riservato agli occupanti abusivi che il sindaco Gualtieri si appresta a regolarizzare (s.v. immobili di via Bibulo e via Volontè che il Comune di Roma si sta apprestando ad acquistare con probabile regolarizzazione degli occupanti abusivi)”, ma anche potenziali vittime di un “danno patrimoniale”. Perché 42 alloggi del complesso “verrebbero alienati al Comune di Roma e destinati all’emergenza abitativa creando, così, un condominio misto e ciò in contrasto con tutte le normative e delibere regionali” e “causando un danno patrimoniale agli acquirenti i quali, dopo avere acquistato a prezzo pieno di mercato, vedrebbero inevitabilmente e considerevolmente ridotto il valore di quanto acquistato”.
Da qui la diffida al Consiglio d ella Città Metropolitana di Roma a non approvare la proposta di delibera sulla vendita di questi alloggi “avvisando sin d’ora che in caso contrario verranno adite le competenti autorità giudiziarie per la tutela dei diritti e degli interessi dei propri assistiti”.
Per l’avvocato Galeani, interpellato dall’agenzia Dire, “già la differenza di trattamento può essere motivo di impugnazione. Faremo un accesso agli atti e chiederemo di essere ascoltati nelle competenti commissioni capitoline, metropolitane e municipali”. (www.dire.it)