Caso le Iene a Carsoli, parla il Comandante della Polizia Locale: “ecco la verità dei fatti di Montesabinese”
Carsoli – Un tam tam sul web, un vero polverone ha suscitato in zona la trasmissione de “le Iene” andata in onda ieri sera su Italia 1. Un servizio preannunciato, in quanto la troupe di Luigi Pelazza era già venuta nei giorni scorsi per “il caso” che si è generato a Montesabinese, la più piccola frazione di Carsoli che conta 9 residenti. Il problema, come noto che è stato portato all’attenzione della trasmissione televisiva è un circuito di telecamere installate nella frazione da un agente di Polizia che risiede nel piccolissimo borgo. Il video andato in onda sui circuiti nazionali di Mediaset ha posto l’attenzione sul fatto e la troupe è andata sul posto a vedere come stavano effettivamente le cose. Interviene il Sindaco Velia Nazzarro che si reca sul posto unitamente agli agenti della Polizia Locale: il comandante Stefano Zazza e l’agente Mattia Di Salvatore.
Viene interpellato anche il poliziotto detentore della videosorveglianza che non piace agli altri residenti che si sentono spiati. E dunque inizia una vera e propria indagine televisiva sui fatti. Una piazzetta, auto parcheggiate, tutto finito con delle multe e la rimozione di una delle tre auto del poliziotto in questione.
Ma su questo fronte interviene direttamente il Comandante della Polizia Locale di Carsoli Stefano Zazza, il quale in una nota spiega la sua versione dei fatti:
“La vicenda ha avuto origine pubblica nell’Aprile del 2019 quando venne pubblicato un articolo sul giornale “Il Centro” a firma del giornalista Pietro Guida dal titolo: “Grande fratello a Carsoli, esposto in una frazione”, a seguito del quale mesi dopo lo stesso sindaco nel mese di Luglio 2019 ci richiese una relazione dettagliata sul circuito di telecamere installate a Montesabinese, cosa alla quale abbiamo ottemperato immediatamente constatando l’effettiva presenza di circa 6/7 telecamere amatoriali.
Ribadisco inoltre che su questa vicenda è stata aperta una specifica indagine da parte della Procura di Avezzano, al fine di stabilire eventuali resposabilità di soggetti terzi per violazioni su tematiche di pubblica privacy.
Il giorno 17 ottobre u.s. il comando di Polizia ricevette la telefonata della troupe televisiva, alla quale rispose l’effettiva verità: che il comandante era uscito per servizio. Al mio rientro, nel mentre l’agente riferiva di tale situazione, senza alcun preavviso mi sono trovato la troupe televisiva ed il Sindaco Velia Nazzarro che mi invitava ad effettuare un sopralluogo nella frazione. Cosa che è avvenuta tempestivamente. Ma una volta giunti sul posto insieme all’agente Mattia Di Salvatore, oltre a constatare la presenza già relazionata a suo tempo delle telecamere, ci si è trovati di fronte ad una situazione relativa alla sosta di alcuni autoveicoli sulla piazzetta di Montesabinese.
Va precisato che in tutta la piccolissima frazione non vi è la presenza di segnaletica stradale in quanto proprio in relazione alla scarsa incidenza di popolazione residente e fluttuante mai prima d’ora si era ravvisata opportunità di restrizioni.
A quel punto la problematica si è spostata dall’impianto di videosorveglianza alla sosta di di tre veicoli, per la quali siamo invitati a comminare sanzioni. Già di per se la situazione non faceva ravvisare particolari disagi e o reati di rilevanza, ma la presenza della troupe ed il pressing della situazione stessa che ci vedeva quasi a noi imputati di qualcosa, ci ha indotto comunque ad emettere tre preavvisi di sanzione per eventuali reati da approfondire successivamente.
In particolare poi, sempre su insistenza della troupe e su indicazioni del Sindaco che è rimasta sempre presente in tutta la mattinata, abbiamo dovuto provvedere ad interpellare il servizio di rimozione a carico di una autovettura di marca “Lada”, poichè situata in posizione di possibile intralcio.
La cautela che è stata evidenziata nel corso di una parte delle riprese, è motivata dal fatto che gli agenti di Polizia devono agire in rispondenza di reati certi ed evidenti. La situazione in questione per i motivi sopra esposti non presentava alcuna caratterizzazione di certezza. Il nostro operato pertanto è stato ispirato ai nostri doveri i quali devono si far rispettare la legge ma nemmeno forzare la stessa per fini mediatici”.