Caso Montesabinese,”a telecamere spente lo show continua” – D’Antonio: “il sindaco confonde la realtà dei fatti”
Carsoli – Ultimamente Carsoli sembra diventata un palcoscenico dove gli amministratori, in particolar modo il sindaco, credono di essere degli attori che recitano una parte, allontanandosi sempre più dalla realtà e immedesimandosi in ruoli non consoni, fingendo spudoratamente e confondendo la realtà con la rappresentazione della stessa”. Così inizia la nota inviata dal consigliere Domenico D’Antonio capo gruppo di Futuro Certo che prosegue:
Si è disponibili a calarsi in qualsiasi personaggio pur di soddisfare il proprio ego ed appagare la propria smania di protagonismo.
I fatti di Montesabinese, riportati e stravolti dal servizio delle Iene (in questo caso dimostratesi agnellini e pure poco equilibrati), sono uno dei tanti capitoli di questo iperattivismo mediatico e di ricerca di visibilità.
Per riportare nei giusti termini la questione occorre far riferimento alla normativa in materia di polizia locale e, precisamente, alla legge n. 65 del 1986, all’art. 9, che pone la polizia municipale alle “dipendenze dirette del sindaco che impartisce ordini e direttive al Comandante” ed alla legge Regione Abruzzo 20 novembre 2013, n. 42. In ottemperanza di quest’ultima la deliberazione di Giunta Regionale n. 85 del 01 febbraio 2019 ha approvato i modelli operativi e organizzativi delle polizie locali operanti nella Regione Abruzzo e nell’allegato “A”, sotto riportato, ha delineato la collocazione che “deve necessariamente assumere locale la struttura della polizia locale nell’ambito dell’organigramma generale”.
Che significa ciò?
Se c’è una strada dissestata ed impraticabile con chi ce la prendiamo? Certamente con l’assessore ai lavori pubblici.
Qualora, quindi, ci fosse stata una carenza ed un mancato intervento della polizia municipale nella situazione di Montesabinese chi dovrebbe essere il diretto responsabile? Certamente il sindaco, che avrebbe dovuto fare mea culpa e non fare l’ingenua e sbalordita santarellina che, ignara di tutto, si ergeva a paladino della giustizia per dare l’immagine della persona ligia al dovere e rispettosa delle regole.
Come si può mentire così spudoratamente, cercando di scaricare qualsiasi eventuale responsabilità, sulla sua polizia municipale e fingendo di non essere a conoscenza della situazione che, al contrario, era stata più volte segnalata, come chiaramente emerso?
E per quale motivo non era mai intervenuta precedentemente, anche richiedendo l’installazione di segnali di divieto di sosta, beandosi, invece, della possibilità di essere sotto i riflettori ed infischiandosene di mettere alla berlina la struttura da lei coordinata e diretta con richieste inopportune e con comportamenti sopraffattori, quasi al limite del mobbing?
I meriti sono di sua esclusiva appartenenza, eventuali errori o colpe sono sempre da attribuirsi ad altri. Mi viene in mente il famoso aneddoto dell’avvocato e del cliente: qui ….., qui…..!!!
E che credibilità può avere un sindaco che richiede interventi esclusivamente sulla base di pressioni mediatiche infischiandosene della legittimità e correttezza o meno di tali comportamenti, dimostrando anche di non conoscere il funzionamento di alcuni meccanismi operativi?
Andando oltre l’aspetto assurdo delle telecamere, di cui si sta occupando la Procura della Repubblica, a noi non interessa di come il sindaco intenda occupare il suo tempo, ma di come si possa permettere che 2 dipendenti comunali occupino 4 ore del loro tempo lavorativo, pagato dai cittadini, per la problematica di una macchina, forse, non regolarmente parcheggiata.
Dimostrazione di scarsissimo senso di responsabilità ed efficienza della macchina amministrativa.
Veramente assurdo.
Continuo a ribadire, come fatto nell’ultimo mio articolo, che il vero problema sta diventando non più il raggiungimento o meno degli obiettivi ma il perpetuarsi di comportamenti assurdi ed ingiustificabili con un Paese che assiste, giorno dopo giorno, ad una limitazione della sua espressione democratica ed al consolidarsi di una oligarchia che pensa di poter gestire il potere in spregio a qualsiasi più elementare regola democratica.
Certamente non permetteremo un simile decadimento dei valori democratici”.