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Cent’anni di Parco Nazionale, è festa a Pescasseroli

PESCASSEROLI (AQ) – Era il 9 settembre del 1922 quando, per iniziativa privata, nacque il Parco nazionale d’Abruzzo; a cento anni di distanza si è festeggiato il ‘compleanno’ di un’istituzione ambientale che unisce tre regioni, tre territori che custodiscono uno straordinario patrimonio naturalistico, di biodiversità, di fauna, che ne fa il cuore verde d’Italia e d’Europa. Un contesto ambientale e culturale che conserva anche storia e tradizioni delle sue comunità, prezioso e fragile come una perla, che l’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha celebrato nella giornata clou di un intero anno di eventi e manifestazioni incentrate sui cento anni e non solo: il 2022 è il centesimo anno di vita anche del Parco nazionale del Gran Paradiso (anch’esso nato dall’intuizione di una persona illuminata), rappresentato a Pescasseroli dal presidente Italo Cerise e dal direttore Bruno Bassano. Entrambi i Parchi hanno molto da raccontare, tra alti e bassi, problemi e anche successi, a quella Italia che attualmente conta 24 Parchi nazionali, 29 aree marine protette, 135 Parchi regionali e 400 riserve naturali.

Tanti gli appuntamenti per celebrare il traguardo. Momento centrale è stato il convegno nazionale dal titolo ‘Educazione alla sostenibilità: uno strumento per la tutela della biodiversità’, che ha radunato nella tensostruttura adiacente al centro natura del Parco, rappresentanti delle istituzioni, forze dell’ordine, studenti, cittadini, lavoratori dell’ente e sindaci. L’incontro ha avuto come scopo primario promuovere la ‘Carta per l’educazione alla biodiversità’, nata da una iniziativa congiunta tra ministero dell’Istruzione e ministero della Transizione ecologica, sottoscritta da molte scuole italiane per mettere al centro dell’attenzione il tema della tutela della biodiversità, così come riconosciuto anche dalla nostra Costituzione, facendo crescere la consapevolezza nelle nuove generazioni.
Per questo sono stati invitati i soggetti più direttamente coinvolti, in particolare nei Parchi, nelle attività di educazione ambientale, al fine di portare il proprio contributo ed esperienze, al fine di valorizzare le tante buone pratiche in essere e rilanciare, se ce ne fosse ancora bisogno, anche il ruolo delle aree protette. Tra gli interventi: oltre a quello del presidente Cannata, anche il direttore Luciano Sammarone, i presidenti delle Regioni del parco e altri esponenti delle istituzioni locali; studiosi ed esperti di Europarc, Cai, Cufa, Amm, Weec, Cursa; il sindaco di Pescasseroli Giuseppe Sipari e il presidente della comunità del Parco Antonio Di Santo.

Il programma è poi proseguito, nel pomeriggio, con la festa popolare, con il tradizionale corteo storico che ha scandito le precedenti celebrazioni, accompagnato dai gonfaloni dei 24 Comuni del Parco.
Il corteo dalla sede del Parco ha raggiunto la fontana di San Rocco, dove l’iscrizione rupestre ricorda il luogo in cui l’onorevole Sipari, il 9 settembre del 1922, inaugurò il Parco alla presenza di autorità e popolazione locale. Qui il coro Decima Sinfonia di Pescasseroli ha cantato l’inedito ‘Inno del Parco’. Il corteo ha fatto, poi, tappa a palazzo Sipari, dove è stata scoperta una targa dedicata al fondatore. Infine, il
brindisi di rito e la proiezione di un documentario dedicato al centenario del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e del Parco nazionale Gran Paradiso. In serata grande festa nella piazza Sant’Antonio con musica e degustazioni.

CANNATA: “RINNOVARE ‘PIANO DEL PARCO’, INEVASO PER OLTRE 10 ANNI”

“Senza gli studenti non ci sarebbero le autorità”, ha detto il presidente Giovanni Cannata nell’introdurre i lavori della giornata e salutando in primo luogo studenti e studentesse, “i futuri custodi e innovatori del nostro Parco e del nostro fragile ecosistema”. A chiudere il convegno il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, “amico e collega di vecchia data – ha ricordato Cannata -, che ringrazio soprattutto per aver incoraggiato la produzione di una ‘carta per l’educazione alla biodiversità’, che nel quadro dell”Agenda 2030′, sollecita un’attenzione educativa ad abitare il pianeta in modo nuovo e a rendere i giovani e le
giovani protagonisti del cambiamento”. Il presidente ha poi aggiunto: “Cento anni fa, a opera di molte intelligenze culturali, ambientaliste e politiche e grazie alla sollecitazione di Erminio Sipari, si avviò ‘l’avventura del Parco’, dietro al quale c’è sempre stato il fermento del mondo scientifico. Sipari guardava lontano, nella sua visione di Parco, quando invitava ‘a superare pregiudizi inveterati e a debellare ultiformi interessi difesi con accanimento, incitando a superare bizze e rivalità dei piccoli Comuni’. Sipari – ha aggiunto Cannata citando alcuni scritti del fondatore del Parco – scrisse un vero e proprio programma pluriennale di gestione del Parco, ancora miniera enorme di riflessione’. Oggi l’attuale governance del Parco ha assunto l’impegno, rimasto inevaso per oltre un decennio, di arrivare all’approvazione del piano del Parco, lo strumento di governo fondamentale per garantire una ulteriore gestione ordinata”. A tal proposito il presidente, rivolgendosi con forza ai rappresentanti delle regioni del Parco, ha voluto “affidare il compito di accompagnare alla conclusione. Non è possibile – ha rimarcato – che si abbia un piano del Parco vecchio di 12 anni. Dobbiamo andare assolutamente avanti”.

BIANCHI: “ITALIA DIMOSTRI DI ESSERE UN GRANDE PAESE

“L’emergenza più grande è quella che abbiamo ancora di fronte, dimostrare di essere un Paese che può essere guida anche per gli altri.” A dirlo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, chiudendo con il suo intervento il convegno ‘Educazione alla sostenibilità’ organizzato alla Casa della natura di Pescasseroli per i cento anni del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Noi ci siamo trovati dopo una fase di emergenza a vivere una situazione in cui sono tornati i fantasmi che pensavamo aver relegato al passato: la guerra, la ‘peste’ del Sars-cov-2, la carestia, la crisi. Una guerra che oggi collochiamo in Ucraina ma che continua ad agitare possibilità di coinvolgimenti che non riusciamo nemmeno a immaginare nel loro insieme. Voi avete dato la risposta che si deve dare di fronte alla domanda che proviene da un’emergenza: ‘Cosa facciamo adesso che siamo dentro a questa crisi così profonda? La risposta che avete dato è l’unica possibile: ritroviamo noi stessi. I testimoni della natura siamo noi. Il Parco è una scuola di difesa della vita, fatta di diversità, di complementarietà, lo sforzo straordinario collettivo di adattarci. E quando parliamo di biodiversità, è lo sforzo fondante della vita comune, la democrazia. Ed è da tenere a mente in una fase in cui vediamo in Italia ma anche altrove nel mondo, la tendenza sempre a cercare il risolutore, il salvatore che da fuori viene e risolve i problemi. La risposta che state dando qui, invece – ha aggiunto Bianchi -, va oltre e indica la capacità di ritrovare percorsi da fare insieme e che diventi vita collettiva. Ci vuole una ‘scuola dei Parchi’, che non è solo tecnicalità, ma scuola di economia civile. Il Parco non è un accessorio, ma è la nostra vita. Spero che il vostro orgoglio, che qui traspare, diventi contagioso”. (www.dire.it)