The news is by your side.

Centocelle, sospeso lo sfratto per la 72enne grazie all’intervento dell’ONU

ROMA – Finalmente una buona notizia per Erminia, l’anziana signora residente da 60 anni nel quartiere di Centocelle a Roma. Il Tribunale di Roma ha sospeso l’esecuzione dello sfratto che incombeva sulla sua testa, almeno fino alla nuova udienza fissata per il 22 marzo 2022.

La decisione del tribunale recepisce un procedimento di natura urgente emesso dall’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu, che ha accolto la richiesta di sospensione dello sfratto che avrebbe arrecato “danni irreparabili alla persona“. Lo fa sapere il sindacato Asia-Usb Roma, che da anni difende l’anziana signora, “vittima della gentrificazione e dell’assenza di politiche abitative in grado di trovare soluzioni”, come si legge in un comunicato. All’ultimo rinnovo contrattuale, scrive Asia-Usb, “la proprietà voleva raddoppiare il canone di locazione”, ma la signora non poteva sostenere questa spesa.

È lo stesso sindacato a ricostruire le tante azioni intraprese negli anni dalla 72enne Erminia affinché le venga riconosciuto il diritto di conservare un tetto sulla testa. “Ha chiesto una casa popolare nel 2014, ma ad oggi non ha ricevuto nemmeno il punteggio – scrivono da Asia-Usb -, ha richiesto di accedere ai fondi per la morosità incolpevole, ma non le è stato concesso. Ha chiesto l’accesso ai Caat (ex-residence), ma a 72 anni le hanno proposto una co-abitazione con altre cinque persone a Ponte di Nona. Ha chiesto la presa in carico da parte dei servizi sociali, ottenendo un contributo di 100 euro al mese, che però le è stato tolto quando ha rifiutato la coabitazione. Ha cercato altre soluzioni sul mercato degli affitti, ma con il solo assegno sociale nessuno le affitta una casa“.

Dopo “questa lunga serie di ingiustizie e diritti negati”, Asia-Usb esprime “soddisfazione per questo risultato, seppur parziale. C’è da dire che lo sfratto aveva provocato un discreto clamore mediatico, tanto da spingere elementi della nuova Giunta ad interessarsi in prima persona del problema. Alle visite, alle domande, alla presa in carico della documentazione, però, non è seguita finora la soluzione che noi auspicavamo: l’assegnazione di una casa“, conclude il sindacato. (www.dire.it)