“Questa parte del Lazio, – si legge nel comunicato – ad est di Roma, per varie ragioni è stata spesso identificata come Valle dell’Aniene; ma questa definizione è riduttiva in relazione alla ricchezza e la storia del territorio.
Nelle Terre degli Equi vi sono molte più valli nelle quali ci sono paesi dalla storia millenaria che regalano a noi ed all’umanità tutta, più castelli che nella famosa Loria; queste valli testimoniano una natura incontaminata in cui l’uomo nei secoli non ha infierito sulla madre terra ed dove ancora oggi si possono assaporare sensazioni genuine.
Le Terre degli Equi sono la culla della nostra storia, è il punto di partenza del nostro racconto; in sostanza è parte dell’antichità di Roma vista con gli occhi di chi viveva sulle valli ed i monti ad Est di essa.
Le Terre degli Equi uniscono e qualificano un territorio che sta cercando la propria identità ed un proprio percorso di sviluppo eco sostenibile; insomma un nuova via per un futuro migliore in armonia con la propria storia.
Questi obiettivi si possono conseguire favorendo l’ interconnessione delle imprese, delle associazioni e delle pubbliche amministrazioni ed è da un po’ di tempo che vari soggetti dell’associazionismo e dell’imprenditoria lo vanno proponendo in incontri pubblici.
Riprendendo parte di queste discussioni ci appelliamo ai massimi vertici della regione Lazio in merito ai punti che, a nostro avviso, sono qualificanti per un reale piano di sviluppo locale compatibile dal punto di ambientale.
Il tema catalizzatore per le Terre degli Equi dovrà essere la Qualità dell’offerta alimentare e turistico-territoriale per uno sviluppo eco-sostenibile.
La nostra analisi ci porta a ragionare sulla necessità di perseguire gli obiettivi e le strategie operative per rafforzare il modello rurale in termini di opportunità di reddito, di occupazione, di benessere e di sostenibilità ambientale, in un ottica multi-funzionale.
Pertanto diventa prioritario identificare le nostre zone come Terre degli Equi facendolo diventare brand globale al fine di arrivare a ragionare in un’ottica di territorio ampio, per superare una visione localistica e paesana.
Di conseguenza progettualmente si dovranno Incrementare:
-> il valore e la fruibilità del patrimonio identitario e storico ;
-> il valore del patrimonio rurale rendendolo multi funzionale;
-> il valore del patrimonio turistico in un’ottica eco-sostenibile;
-> la coesione territoriale per rafforzare la sinergia di sistema fra enti pubblici e privati in un’ottica di eco-sostenibilità economica
Inoltre si deve svolgere una funzione che deve facilitare la tendenza delle imprese ad aderire alle strategie di qualificazione territoriale, per esempio, tramite un “Marchio di Qualità Territoriale dei prodotti e dei servizi“;
Di conseguenza bisognerà facilitare la cooperazione, organizzando soggetti collettivi per la promozione del turismo rurale, valorizzandolo in termini di patrimonio sociale; in modo tale da aiutare le imprese ad uscire dall’isolamento di una economia di sussistenza e secondarietà.
Per raggiungere questi obiettivi bisogna dotarsi degli strumenti adeguati che possano favorire l’associazionismo delle imprese favorendo la loro organizzazione in rete, ma anche di sostenerle favorendo la costituzione di strumenti istituzionali adeguati allo scopo.
L’approccio ai problemi dovrà essere di tipo bottom-up che è l’unico che può creare quel clima di speranza di una effettiva inversione di tendenza per lo sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio per favorire la partecipazione di tutti gli attori in campo.
Varie Associazioni ed imprenditori hanno già prodotto analisi ed iniziative in tal senso nelle Terre degli Equi e i vertici della Regione Lazio dovranno avere il coraggio di fare scelte coraggiose e lungimiranti in loro sostegno.”