Chiusa la metà posti letto nel reparto di Ortopedia di Avezzano per le ferie del personale, code e proteste dei pazienti
Avezzano. E’ stata chiusa la metà posti letto nel reparto di Ortopedia per consentire le ferie del personale. Secondo il sindacato, però, i ricoveri continuano ad operare normalmente e come nulla fosse accaduto per soddisfare la grande domanda di pazienti del territorio marsicano e limitrofo. Al riguardo, infatti, il Nursind evidenzia la mancanza di standard di assistenza per i pazienti a causa di queste situazioni. Un problema che si riflette anche in tutti i servizi di ortopedia dove le liste e i tempi di attesa sono interminabili.
La riduzione dei posti letto dell’Unità operativa di Ortopedia e traumatologia è stata disposta dal direttore del reparto Sergio Iarussi con l’obiettivo di “garantire i livelli minimi assistenziali e il godimento delle ferie estive al personale in servizio”. Una situazione di handicap che durerà fino al 15 settembre con la chiusura di 6 posti letto.
Per l’ingessatura di un braccio, qualche giorno fa, un paziente ha dovuto attendere oltre 10 ore nel corridoio a causa della grande fila. Non è ovviamente l’unico caso, conseguenza di personale medico e infermieristico insufficiente.
“Ciò che sta accadendo nel reparto”, sottolinea Antonio Santilli responsabile del sindacato Nursind, “ha dell’inverosimile. Da un lato si dispone, per garantire i livelli minimi assistenziali e il godimento delle ferie estive, la chiusura dei posti letto. Dall’altro, invece, nella realtà, i servizi offerti restano gli stessi con gli stessi posti letto.
La disposizione è condivisibile, considerato che già a priori c’è carenza di personale e tutti hanno il diritto di usufruire delle ferie per il riposo psico-fisico. Il bello di questa telenovela è che la riduzione dei posti letto esiste solo sulla carta, mentre continuano a riempire il reparto, senza rispettare quello che si è scritto, e senza rispettare né i pazienti, né il personale che li deve assistere.
Con una riduzione di personale per le ferie, quale può essere la qualità assistenziale che si può dare ai pazienti vista anche la carenza già cronica? E quale sicurezza si può dare se il personale deve anche abbandonare il reparto per andare a portare e riprendere i pazienti in sala operatoria?
Vorremmo che qualcuno ci spiegasse perché succede questo”, aggiungono dal sindacato, “in quanto, l’impressione è che sia solo una presa in giro per il personale e questo succede solo e soltanto per una questione di numeri, senza guardare alla qualità assistenziale”.