L’Aquila – L’annunciata chiusura del canile di Sante Marie – struttura della ex Comunità Montana Marsica 1 – da parte
dei vertici ASL1 sarebbe un errore gravissimo e peggiorerebbe l’attività veterinaria, la gestione del
randagismo e delle colonie feline.
Da tempo, infatti, il progetto avviato dal Servizio veterinario sta dando buoni frutti ed è oggetto di
attenzione da parte di altre strutture in Italia che cercano di imitarlo.
Il rapporto del 2022 evidenzia i risultati ottenuti con una rete che coinvolge i Comuni (col progetto
“Comune a 4 zampe”) e le tante e generose associazioni di volontari (col progetto “Cerco casa sono un
randagio”).
Lo scorso anno sono stati registrati e “chippati” circa 7.000 cani.
Circa 1.600 invece sono stati i cani randagi presi in carico dal Servizio: di questi 1100 sono stati gestiti dai
due canili sanitari (L’Aquila e Sante Marie) per essere poi trasferiti ai Rifugi comunali e 600 di loro (il 53%)
sono stati adottati.
Degli altri 500 cani, gestiti direttamente dai volontari, ne sono stati affidati ben 460 (oltre il 90%) grazie
alle Associazioni che riescono a trovare una famiglia non solo ai cuccioli, ma anche ad animali ospitati da
anni nei rifugi.
Con questo prezioso lavoro i cani presenti nelle strutture di ricovero stanno diminuendo: dai 1.531 del
2019 ai 1.174 del 2022, il sistema di adozione ha generato collaborazioni anche con associazioni svizzere e
tedesche e qualche Comune sensibile e lungimirante ha iniziato a sostenere le associazioni che gestiscono i
cani fragili.
Inoltre la sterilizzazione ha ridotto la proliferazione incontrollata, le aggressioni a persone o ad altri
animali, gli incidenti stradali e migliora la sicurezza e il decoro urbano.
Insomma è giusto proseguire su questa strada e rafforzarla per migliorare anche gli interventi sulle colonie
feline.
Se invece si dismette il canile di Sante Marie per concentrare tutto su quello dell’Aquila, il risultato sarà
quello di disperdere il lavoro sul territorio, peggiorare l’attività dei volontari, aumentare i costi e i tempi
per chi dalla Marsica o dal Sangro dovrebbe interfacciarsi con L’Aquila.
È davvero paradossale che una cosa che funziona venga messa in difficoltà senza alcuna ragione.
Chiedo al Direttore della ASL1 e all’assessore Verì di non procedere su questa scelta e di aprire invece un
tavolo di confronto con la struttura Veterinaria, i Comuni coinvolti e le associazioni animaliste per decidere
insieme le migliori misure e le risorse necessarie a rafforzare i progetti già in corso e a individuarne altri.
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