Tagliacozzo. E’ stato presentato un esposto alla procura della Repubblica di Avezzano per la chiusura del servizio di Endoscopia all’ospedale di Tagliacozzo. La stessa sorte che era toccata qualche mese prima all’ospedale di Pescina. È stato presentato dal comitato pro-ospedale dopo il provvedimento messo in atto dalla Asl Avezzano Sulmona L’Aquila che ha interrotto l’importante servizio ai pazienti dal primo luglio scorso.
Un danno incalcolabile per pazienti e per la struttura sanitaria Marsicana che portava a termine quasi 700 prestazioni annue. Un danno non solo per Tagliacozzo e tutta la Marsica occidentale, ma anche per l’intero sistema della sanità marsicana. Infatti tutte queste prestazioni, insieme ad altre 600 che venivano svolte a Pescina (anche lì il servizio è stato interrotto), andranno a gravare sull’ospedale di Avezzano, con conseguente allungamento delle liste d’attesa già caratterizzate da tempi biblici e già non in linea con gli standard di una sanità efficiente. Un danno anche per le politiche di prevenzione sanitaria tanto proclamate negli ultimi anni.
Il comitato per la difesa degli ospedali minori, guidato da Rita Tabacco, parla di “una violazione dei diritti dei pazienti costretti ad attendere tempi assurdi per accertamenti spesso importantissimi per la salute, e a spostarsi da un territorio all’altro con sacrifici per le fasce più deboli”.
Per tale motivo il presidente del Comitato, Rita Tabacco, ha presentato un esposto in procura per chiedere se possano essere ravvisati fattispecie di reato.
Sul caso la Asl ha spiegato che si è trattato di una conseguenza causata da situazioni pregresse mai risolte perché per garantire il servizio, nell’ultimo decennio, si era fatto ricorso a prestazioni aggiuntive senza assumere e formare del personale. La Asl per questo pagava quindi dei fondi aggiuntivi. Ora il comitato chiede però chiarezza sul caso e chiama in causa la magistratura.