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Collalto Sabino nella storia, il fascino del borgo medievale inalterato nel tempo

Collalto Sabino – Il bellissimo borgo di Collalto Sabino si trova al confine tra il Lazio e l’Abruzzo tra le province di L’Aquila e Rieti.  E’ arroccato su un colle a 1000 mt di altezza, ed ha una storia ed una connotazione suggestiva medievale. Dista solo 50 minuti da Roma e 40 da Rieti. Il borgo è circondato da boschi di castagni e faggi secolari, confina con la Riserva dei monti Cervia e Navegna, i monti Lucretili e Simbruini e con la Valle del Turano ed è meta tutto l’anno di diverse escursioni giornaliere ed altre attività anche per chi  proviene dalla capitale. Il panorama è di quelli mozzafiato ed in lontananza si vedono il monte Velino, il Gran Sasso e il Terminillo. Il borgo è  ricco di storia, ed è stato annoverato nel 2002  club dei “BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA”. CollaltoSabino – si legge nel web site della locale Proloco –  è un luogo di grande fascino, ricco di un patrimonio culturale inestimabile che affonda le sue radici nell’epoca Pre-Romana, che emerge nelle suggestive vestigia medievali di cui, a tutt’oggi , mostra l’impostazione e i sui secoli di storia, ideale per godere dei suoni, dei colori e dei profumi tradizionali. Come in un labirinto di luci ed ombre, Collalto Sabino si sviluppa in ogni direzione con vicoli stretti, lunghe scalinate che salgono verso le rocche e il meraviglioso Castello medievale .  Le  origini sono da riferire a tempi remoti: all’epoca dei Longobardi, che nell’Italia meridionale detenevano i ducati di Spoleto e Benevento, risale la distruzione del villaggio di Carseoli che sorgeva ove attualmente si trova Collalto. A questa distruzione si aggiunsero poi delle scorrerie portate avanti dai Saraceni, il che indusse i pochi abitanti rimasti nel luogo a costruire una primitiva torre di difesa attorno alla quale si costruì poi il moderno abitato di Collalto Sabino. Nel X secolo l’area divenne sede di un castaldato e nell’ XI secolo divenne proprietà dell’Abbazia di Farfa.. Successivamente l’Abbazia cedette il borgo alla nobile dei Marsi con l’obbligo però di corrispondere un canone annuo alla comunità religiosa locale. La particolare posizione del Borgo, posto al confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno normanno di Napoli, lo rese un punto strategico a tal punto che venne visitato dall’Imperatore Federico II di Svevia durante un suo viaggio verso Rieti. Furono questi gli anni in cui il Borgo godette di maggiore potenza e autonomia dai grandi possedimenti territoriali che lo circondavano, arrivando a godere del diritto di battere moneta e di ampliare le fortificazioni già esistenti con la costruzione di un castello. E’ in questo periodo che viene costruita una prima cinta muraria, in particolare dopo le battaglie di Benevento ( 1266 ) e Tagliacozzo ( 1268 ) che avevano visto il borgo di Collalto come uno dei principali punti di controllo della vicina Valle del Turano. Nel 1297 il borgo viene ceduto da Carlo D’Angiò nuovo re di Napoli, allo Stato Pontificio riconoscente della concessione del trono fatta a suo favore. Il Borgo fu successivamente feudo baronale di diverse famiglie nobili italiane e non sino a giungere al periodo risorgimentale:  il 3 febbraio 1861 il castello e l’abitato di Collalto Sabino subirono un cruento assalto da parte di una folta banda di briganti formata da soldati borbonici sconfitti alla guida di Francesco Luvarà, reparti dell’esercito pontificio e delinquenti comuni alla guida del famoso brigante Chiavone. L’assalto era stato realizzato in opposizione al plebiscito del 1860 che annetteva il Regno delle due Sicilie al neonato Regno d’Italia , dopo che l’orda venne placata, il Borgo venne annesso al Regno d’Italia inseguendo dall’ora le orme della storia patria.  Il fascino integrante di un storia secolare avvolge e coinvolge il visitatore dello splendido Castello di Collalto Sabino. Percorrendo a piedi gli stretti vicoli in selciato si ammirano gli splendidi portali in pietra dell’abitazioni, in una atmosfera che riporta indietro nei secoli. Nel Borgo sono da vedere la bella fontana ottagonale in piazza Vittorio Emanuele II, il palazzo Latini del XVII sec., recentemente ristrutturato e nei pressi del cimitero la chiesa di Santa Lucia, risalente all’XI sec. , dove è conservato uno splendido affresco del 1500. Poco fuori dell’abitato, il convento di Santa Maria con il suo bel portare del XV sec. Percorrendo uno dei sentieri che dal borgo porta ai terreni da pascolo e costeggia un fontanile, denominato Fonte degli Spiriti, si giunge nel luogo in cui era situato “Montagliano sfondato” di cui oggi si possono ammirare solo i ruderi. Percorrendo un sentiero turistico, ci si può inerpicare sul monte San Giovanni, sulla cui sommità si trovano i resti di una antica Abbazia edificata sul preesistente tempio  romano.”

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